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Maximall Pompeii, nel napoletano il centro commerciale più grande del sud Italia

Ma scoppiano le polemiche, Unesco e Fedralberghi non ci stanno e "bocciano" il progetto

A due passi dagli scavi archeologici di Pompei, tra via Castriota e via Plinio del comune di Torre Annunziata, a ridosso della stazione ferroviaria della città oplontina, nasce il più grande parco commerciale del sud Italia. Maximall Pompeii, questo il nome scelto dalla catena di centri commerciali che ha all’attivo già 3 ipermercati, verrà realizzato in poco più di un anno. Infatti la costruzione partirà nel gennaio del 2018 e l’apertura è prevista nei primi mesi del 2019.

Saranno 195mila i metri quadri della superficie esterna, mentre oltre 38mila saranno quelli al coperto. I parcheggi ospiteranno 4mila autovetture e all’interno del parco ci sarà un cinema multisala con 8 schermi e un albergo da 96 stanze. La struttura ospiterà oltre 200 brand e, come si legge sul sito ufficiale, è “proiettato ad essere uno dei principali punti di riferimento nel settore grazie anche al design moderno“. Maximall Pompeii sarà “il primo centro commerciale di lusso” e conterrà anche “30 brand nel settore della ristorazione“. Insomma un investimento importante per un gruppo che può contare già sul centro di Pontecagnano e sui parchi commerciali di Afragola, Bari e Oplonti.

I lavori non sono ancora iniziati ma le polemiche si. Infatti, secondo quanto riportato da Il MattinoUnesco e Federalberghi avrebbero “bocciato” il parco. Infatti Carmine Gambardella, titolare della cattedra Unesco ha detto che “l progetto è in contrasto con gli indirizzi di pianificazione e di governo del territorio definiti nel Piano Territoriale Regionale”. Secondo il professore “L’intera area è localizzata all’interno del Sistema Territoriale disviluppo Area F3 Miglio d’Oro – Torrese Stabiese. Tale sistema viene definito a vocazione “paesistico-culturale-ambientale” e non certo a destinazione commerciale“. L’esperto Unesco prosegue dicendo che “Il territorio al contrario, è dotato di un’ingente ricchezza di patrimonio paesaggistico, di beni culturali, di prodotti enogastronomici e dovrebbe rappresentare un’occasione per consolidare le risorse presenti con l’utilizzo sapiente dei beni in una prospettiva realmente di sistema integrato di tutti i fattori determinanti il conto economico dell’area in questione e non diventare un esempio di consumo di territorio hic et nunc con effimere attività economiche contro ogni visione intelligente di governo del territorio“.

Rosita Matrone, presidente degli albergatori pompeiani, si domanda “Perché usare il nome Pompei se la struttura nascerà a Torre Annunziata? Hanno gli scavi di Oplontis, che lo chiamassero così. Autorizzare una Disneyland significa far morire i centri storici. Non permetteremo che ciò accada. C’è, poi, da dire che l’amministrazione comunale di Pompei è intenzionata ad applicare la tassa di soggiorno per risanare il bilancio comunale. Tassa che il comune di Torre Annunziata non applicherà. Questo comporta lo spostamento dei flussi turistici stanziali nell’albergo nascente nel parco a pochi passi dal sito archeologico ma fuori dal territorio pompeiano“.