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Colpo alla camorra, i carabinieri hanno arrestato 3 esponenti del clan Bifone

Arrestati 3 uomini affiliati al clan Bifone. I carabinieri hanno eseguito questa mattina l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, autorizzata dal Gip del Tribunale di Napoli e su richiesta della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) partenopea. I magistrati napoletani sono riusciti, grazie alle dichiarazione dei collaboratori di giustizia, a risalire ai 3 esponenti del clan. L’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Ad essersi pentiti, proprio il boss Antonio Bifone, la moglie Giuseppina Di CaprioBruno ButtoneMichele FroncilloAntonio Amato. I nuovi elementi emersi dalle indagini hanno rivelato come il sodalizio sia ancora operativo nell’ambito di alcune attività illecite come il traffico di stupefacenti, l’usura e le estorsioni, queste ultime a danno di alcuni imprenditori della zona industriale di Portico di Caserta.

Attualmente il clan sarebbe gestito da AlfredoAntonio Bifone che avrebbero stretto una solida alleanza con il clan Belforte. Il sodalizio garantiva una forte egemonia su una gran parte di territorio facente parte del casertano.

• il controllo delle attività economiche, anche attraverso la gestione monopolistica di interi settori imprenditoriali e commerciali;
• il rilascio di concessioni e di autorizzazioni amministrative;
• l’acquisizione di appalti e servizi pubblici;
• il condizionamento delle attività delle amministrazioni pubbliche, locali e centrali;
• il reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali, immobiliari, finanziarie e commerciali degli ingenti capitali derivanti dalle attività delittuose,
sistematicamente esercitate (estorsioni in danno di imprese affidatarie di pubblici e privati appalti e di esercenti attività commerciali, traffico di sostanze
stupefacenti, usura ed altro);
• assicurare impunita agli affiliati attraverso il controllo, realizzato anche con la corruzione, di organismi istituzionali;
• il conseguimento, infine, per se e per gli altri affiliati di profitti e vantaggi ingiusti.

I NOMI DEGLI ARRESTATI:

Antonio D’Amico, Giuseppe Stabile e Nicola Bifone. Deferito in stato di libertà Pietro Vaiano.