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Tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione, 3 fermi nel casertano

I carabinieri della compagnia di Grazzanise, in provincia di Caserta, hanno fermato tre persone di origine nigeriana (2 donne e 1 uomo), eseguendo un’ordinanza di fermo disposta dalla Procura di Napoli e richiesta dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) locale. I tre sono accusati di tratta di persone, associazione a delinquere, introduzione in Italia di stranieri e sfruttamento della prostituzione.

Le indagini, condotte soprattutto con l’ausilio delle intercettazioni, hanno permesso agli investigatori di comprendere come i tre indagati facciano parte di un’organizzazione più ampia e complessa. Quest’ultima ha costituito un vero e proprio sistema illecito che coinvolge anche altri paese.

L’attività di tale sodalizio criminale è svolta a permettere, principalmente a donne nigeriane, di arrivare in Italia con i barconi clandestini e di usufruire in seguito di documenti falsi. Successivamente, una volta che queste donne giungono sul territorio italiano, diventano vittime del giro illegale della prostituzione. La maggior parte è costretta con modi violenti e coercitivi, o nei loro stessi confronti o nei riguardi dei familiari rimasti in Nigeria.

Tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione, 3 fermi nel casertanoLa gestione delle ragazze è affidata ad una “Madame” che ne garantisce le prestazioni e i guadagni a chi le ha portate in Italia, affinché le donne possano estinguere il debito contratto per essere giunte nel nostro paese. Si parla di cifre intorno ai 30mila euro se la ragazza arriva via mare, o di 50mila se arriva con l’aereo.

La prostituzione delle donne avveniva in luoghi affittati ad hoc e allestiti appositamente per lo svolgimento di tale attività illecita. Luoghi stabiliti per l’accoglienza dei clienti e gestiti da persone interne all’organizzazione che avevano anche il compito di controllare le ragazze.

 

 

I NOMI DEGLI UOMINI FERMATI

Erhabor Joy, detta Gina;

Izevbizua Mary, detta Mama G.

Joshwa Jossef.