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Video-choc dell’aggressione ai tifosi juventini: “Ultras del Napoli come Arancia Meccanica”

Lo scorso 15 maggio stavano rientrando in provincia di Brindisi dalla trasferta di Roma quando, nell’area di servizio di Anagni, meglio conosciuta come “La Macchia Ovest“, un gruppo di sette tifosi della Juventus è finito nel mirino di una quindicina di ultras del Napoli, che a loro volta rientravano dalla trasferta di Torino.

Sono state eseguite questa mattina della Digos della Questura di Frosinone e della Sottosezione Polizia Stradale di Frosinone, coadiuvati dalle Digos di Napoli e Caserta, tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di ultras del Napoli Calcio emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, al termine delle indagini del sostituto procuratore Vittorio Misiti, della Procura della Repubblica di Frosinone.

Ai domiciliari sono finiti un 37enne di Caserta e due giovani napoletani di 24 e 23 anni. I fatti risalgono all’1.30 del 15 maggio scorso, quando un gruppo di sette tifosi della Juventus residenti nella provincia di Brindisi – di rientro dalla trasferta di Roma e in viaggio a bordo di un furgone a noleggio – mentre sostavano per rifornimento presso l’impianto Eni dell’area di servizio autostradale “La Macchia Ovest”, nel comune di Anagni, venivano violentemente aggrediti con calci, pugni e bastoni e venivano fatti oggetto di lancio di petardi e torce fumogene da un altro gruppo di circa venti tifosi ultras del Napoli Calcio – lì sopraggiunti e di rientro dalla trasferta di Torino.

Terminata l’aggressione fisica, i tifosi partenopei si impossessavano anche delle borse all’interno del furgone su cui viaggiavano i supporter juventini, contenenti denaro, documenti ed altri oggetti personali, e si allontanavano dal luogo dell’evento a bordo di alcuni veicoli. Tutti gli aggrediti hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari presso l’ospedale di Frosinone, con referti per lesioni dai 2 agli 8 giorni. Nei giorni immediatamente successivi, sono state eseguite, a Napoli e Caserta, perquisizioni domiciliari a carico di alcuni degli identificati, nel corso delle quali è stato rinvenuto materiale vario comprovante la diretta responsabilità in merito ai reati contestati. Il gip, nell’adottare il provvedimento restrittivo, ha accolto in toto la tesi investigativa, ravvisando la consumazione dei reati di rapina e lesioni aggravate.

La complessa attività di indagine, condotta dagli uomini della Digos della Questura di Frosinone e dagli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Frosinone, avvalendosi anche delle immagini dell’impianto di videosorveglianza dell’area di servizio, ha permesso di identificare tre degli “ultras” responsabili della violenta aggressione e destinatari delle odierne misure; si tratta di due partenopei di 23 e 24 anni e di un 33enne casertano, due dei quali con precedenti specifici.Per tutti e tre sono state avviate le procedure per l’emissione del provvedimento di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive (DASPO).

“I fatti denotano una spiccata propensione alla violenza organizzata degli indagati – scrive il gip -, come degli altri soggetti in corso di identificazione, tanto più allarmante quanto più ingiustificata la “copertura” del movente sotto l’assurda egida delle cosiddette tifoserie organizzate, tale da rendere indispensabile un intervento di natura cautelare in funzione specialpreventiva”. E, ancora, che “gli indagati sono stati parte attiva di un grave fatto delittuoso di gruppo, senza nemmeno preoccuparsi, protetti dalla forza del “branco”, della ragionevole possibilità di essere individuati dai videosistemi di sorveglianza e sicurezza di cui sono notoriamente dotate le autostrade. La scelta del tutto casuale del bersaglio della violenza ‘strada facendo’, con il solo elemento distintivo dell’appartenenza delle vittime ad una schiera di tifosi “avversari”, evoca scenari inquietanti da “Arancia Meccanica” di cinematografica memoria (si rammenti la preordinazione, la rapidità ed il coordinamento dei gesti violenti di almeno venti persone, che le immagini ben descrivono).”

Prosegue senza sosta l’attività info-investigativa per l’identificazione dei restanti “ultras” concorrenti nei fatti-reato.