Si sta parlando molto in questi giorni di Salvatore Riina, il capo dei capi detenuto al 41 bis. L’ipotesi di una scarcerazione del boss di Cosa Nostra per una “morte dignitosa” ha indignato il popolo italiano, ma soprattutto i parenti di coloro che sono stai ammazzati da Totò, come il piccolo Giuseppe Di Matteo. Durante il corso del processo della trattativa Stato-Mafia sono emerse delle novità sulla vicenda.

Il pm Nino Di Matteo ha dichiarato: “Riina è perfettamente lucido e orientato nel contesto. Abbiamo depositato in segreteria la relazione di servizio di un agente penitenziario su alcune esternazioni in carcere del boss. In concomitanza dell’ udienza del 30 marzo scorso del processo sulla trattativa Stato-mafia Riina ha parlato dei rapporti tra Ciancimino e Licio Gelli, dei suoi rapporti con Provenzano e della morte dell’ex vice del Dap Francesco Di Maggio“.
Il pm ha inoltre chiesto alla Corte di sentire il racconto del poliziotto che ha ascoltato le parole di Riina per avere un riscontro di quanto ha dichiarato il 30 marzo scorso in merito ai rapporti tra Vito Ciancimino e Licio Gelli e tra Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano. Inoltre il boss ha parlato anche sulla morte del dottor Francesco Di Maggio . Il boss ha partecipato al processo di Palermo in videoconferenza dalla saletta del carcere di Parma, è infatti ricoverato all’interno del penitenziario a causa della malattia. Il capo dei capi è imputato come mandante della strage che il 23 dicembre 1984 causò 16 morti e 260 feriti sul convoglio Napoli-Milano.