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Alga tossica nel golfo di Napoli, ecco la ricerca degli studiosi napoletani

Si chiama “Pseudo-nitzschia multistriata” ed è un’alga tossica che si trova nel golfo di Napoli. Lo studio su questa specie è condotto da Mariella Ferrante, ricercatrice della stazione zooloogica Anton Dohrn di Napoli, ed è incentrato sulle capacità riproduttive dell’alga. Infatti, “In Italia non ci sono stati ancora episodi di intossicazione legati a questa specie ma negli Stati Uniti si sono verificati molti casi, sia relativi a persone, sia a mammiferi marini come leoni di mare. Questo tipo di studi aiutano a capire la vita di queste alghe, come crescono e si riproducono e ciò è importante sia da un punto di vista biologico che biotecnologico“, hanno affermato gli studiosi.

Questo tipo di micro organismo unicellulare fa parte di quella flora batterica invisibile ma che popola in nostri mari. Esso è alla base della catena alimentare degli oceani. Ciò che rende l’alga potenzialmente pericolosa è la sua capacità di produrre l’acido domoico, tossina che può accumularsi negli organismi che si nutrono delle microalghe ed arrivare fino all’uomo. Come riportato da Il Mattino, gli studi dei ricercatori si sono incentrati sul genoma della specie.

Come tutte le diatome, quest’alga è rivestita da una rigida parete di silice composta da due metà “incastrate l’una nell’altra come una scatola e il suo coperchio“. Nello specifico, “la particolare struttura di tale rigida corazza fa sì che quando le diatomee aumentano di numero, le cellule diventino progressivamente più piccole. La riproduzione sessuata è il meccanismo attraverso il quale le diatomee possono produrre nuovamente cellule di dimensioni grandi, e rappresenta quindi una fase importantissima della loro vita. Sono stati identificati i geni che entrano in azione quando cellule di tipo sessuale diverso (cellule + e cellule -) si incontrano, iniziando a formare i gameti, e una serie di meccanismi molecolari che indicano la presenza di una complessa rete di segnali chimici“.