La tragedia dell’Hotel Rigopiano rappresenta una delle pagine di cronaca italiana più disastrose in assoluto, il bilancio totale di 29 vittime è rappresentativo di un dramma senza fine. La scorsa giornata la procura pescarese ha iscritto sei nomi sul registro degli indagati, ufficialmente finiscono sotto accusa la provincia di Pescara e il comune di Farindola.
Lo scorso 18 gennaio la valanga staccatasi dal Monte Siella ha ucciso 29 delle 40 persone presenti in albergo, tra queste anche Stefano Feniello, il 28enne originario di Valva (paese del Salernitano) e residente a Silvi Marina in Abruzzo. Il ragazzo era in vacanza con la fidanzata, Francesca Bronzi, per festeggiare l’anniversario e il compleanno di lui, ma mentre la ragazza si è salvata, Stefano è morto. Il padre della vittima, Alessio Feniello, non ha mai trovato pace, fin dal riconoscimento del corpo del figlio privo di vita, portando avanti una battaglia legale contro il comune, il Prefetto e il presidente della Regione infatti quando è venuto a conoscenza dei sei indagati ha rilasciato un’intervista alla testata il Mattino dichiarando: “Se è così, se sono sei, sono pochi. In quell’elenco devono figurare anche il Prefetto, il presidente della Regione e la sottosegretaria Chiavaroli. Per me hanno responsabilità non indifferenti. Io stesso ho consegnato un esposto dettagliato in Procura in cui ho circostanziato quali sono queste responsabilità“.
Gli indagati sono accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose; il direttore del resort Bruno Di Tommaso è invece indagato anche per violazione dell’articolo 437 del codice penale, che punisce l’omissione del “collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro”: secondo l’accusa, non ha previsto nel Documento di valutazione del rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori della sua ditta (la Gran sasso resort spa) il rischio di essere colpiti da una slavina. L’unica via di fuga infatti, ovvero la provinciale numero 8, era inagibile perché sepolta da due metri di neve.
Alessio Feniello ha anche raccontato del suo rapporto con Francesca Bronzi dopo la tragedia. Sebbene la ragazza abbia inizialmente mostrato il suo dolore anche in tv rilasciando interviste, pare che poi sia sparita in un secondo momento. Il padre di Stefano ha infatti dichiarato: “Per ora non ci sentiamo. Il giorno della cremazione di Stefano lei e la sua famiglia erano tutti a Firenze a ringraziare e festeggiare i vigili del fuoco. Ma per me i vigili non vanno ringraziati. A mio parere hanno fatto soltanto il 30 per cento per quanto riguarda la questione di Stefano. E comunque, se pure avessero fatto l’altro 70 per cento, sono pagati per fare quello, fanno soltanto il loro lavoro. Posso ringraziare i volontari, invece: loro si comprano pure le divise“.