Scampato ad una condanna a morte, Luigi Bellini (detto “Gigi”), è scomparso all’età di 88 anni. Conosciuto in tutta Procida per essere “il gelataio” dell’isola, la sua gelateria si trova a Marina Grande. La condanna alla pena capitale gli era stata sentenziata nel 1949. Il motivo? Gigi ha fatto parte della Repubblica di Salò, in pratica era un fascista. Questa sua vicenda ha causato, dopo la fine della guerra, il suo confinamento presso la prigione borbonica di Terra Murata che si trova proprio a Procida.
Foto da Il Mattino“Il direttore del carcere Galatola non aveva ricevuto gli atti di regolari processi ma addirittura ciclostilati, talvolta non firmati, nei quali si prefiguravano fumosi e non circostanziati crimini, come sabotaggi ai danni degli Angloamericani“, queste le dichiarazioni del curato Don Luigi Fasanaro che ricordando quella storia non può fare a meno di dare rilevanza ad elementi giudiziari sommari e spesso privi di fondamento. Il parroco e cappellano ebbe un ruolo fondamentale nella lotta per le condizioni in cui erano tenuti i prigionieri all’interno della prigione dell’isola.
In occasione della riapertura al pubblico del carcere procidano di Terra Murata, Gigi Bellini è rientrato nella sua cella n3, esprimendo la sua commozione: “Eravamo decisi a portare fino in fondo la nostra azione di protesta estrema. Era l’unico modo per richiamare l’attenzione e la responsabilità dell’Italia intera sulla nostra condizione“. Finalmente il 3 giugno del 1949 arriva la tanto attesa grazia, per tutti i condannati a morte. Questi ultimi furono trasferiti dalla prigione in una vecchia scuola elementare dell’isola. La popolazione di Procida con il supporto della Croce Rossa, si prese cura degli ex prigionieri e da qui il lieto fine di una storia che sembra una favola: Bellini sposerà Gelsomina Borgogna donna della sua vita e madre dei suoi due figli che il noto gelataio ha conosciuto proprio nel periodo in cui fu graziato e scarcerato.
