Andava a riscuotere i soldi delle estorsioni mano nella mano con il figlioletto di appena tre anni.
Questa mattina, in un’operazione congiunta condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo e dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta, sono state eseguite due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, nei confronti di Salvatore e Benito Belforte, rispettivamente figlio, 32 anni, e fratello, 45 anni, del boss Domenico Belforte, a capo dell’omonimo clan, conosciuto anche come “Mazzacane“, attivo a Marcianise e negli altri comuni in provincia di Caserta.
Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo camorristico ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini hanno inoltre confermato l’operatività del clan a dispetto di arresti e pentimenti eccellenti, come quello dell’altro capoclan Salvatore Belforte, fratello di Domenico e Benito e zio del 32enne Salvatore.
Le vittime delle estorsioni, l’ultima realizzata durante le scorse festività natalizie, erano costrette a pagare sia al clan Piccolo che al gruppo Belforte, ed erano considerate da entrambi i gruppi camorristici fonte sicura di approvvigionamento. Il provvedimento cautelare costituisce lo sviluppo e l’approfondimento di altre investigazioni che lo scorso 19 gennaio hanno consentito di eseguire misure cautelari nei confronti di Salvatore Belforte (in carcere da gennaio), la madre Maria Buttone (arrestata a Rimini e ora ai domiciliari) e la compagna Alessandra Golino sempre per estorsione nei confronti di due imprenditori casertani. In quella occasione è stato accertato che Belforte jr si recava a riscuotere la tangente con il figlio di tre anni.