Un altro storico negozio al Vomero rischia di chiudere per sempre la saracinesca, questa volta colpa di un affitto raddoppiato, come racconta lo stesso titolare Luca Bellavia. Amareggiato, dopo tanto impegno, Bellavia deve chiudere la sede del Vomero della famosa pasticceria: “Il 16 aprile scade il contratto e il proprietario ha alzato il prezzo a quindicimila euro. Raddoppiato rispetto a quello che abbiamo pagato fino ad ora. Per me e i miei fratelli non è più sostenibile restare lì. Già con la pedonalizzazione abbiamo subito un grave colpo, e adesso arrivano questi canoni fuori dal mercato”.

La storia della pasticceria Bellavia è radicata nel cuore della città ma ha origine a Palermo, nel 1925 il capostipite Antonio si trasferì dalla Sicilia a Napoli, portando in città le ricette tipiche della sua terra. L’azienda partendo da un unico punto sito a Port’Alba si ampliò molto presto con due ulteriori sedi al Vomero e al Rione Alto. Chiuso successivamente il punto vendita del centro storico di Napoli si arrivò alla terza generazione dei Bellavia e nel 1991 avvenne la scissione interna alla famiglia che diede origine a due rami produttivi e commerciali ben distinti. Da un lato la pasticceria Bellavia si stabilisce al Vomero con tre sedi: piazza Vanvitelli, Luca Giordano e via Pigna, dall’altra diventa Antica Pasticceria Vincenzo Bellavia situata sul Rione Alto in via Onofrio Fragnito, a piazza Muzii all’Arenella, all’interno dell’aeroporto Capodichino e a Fuorigrotta in via Giacomo Leopardi. Una divisione che porterà entrambe le discendenze a molto successo fino ad oggi, quando a causa degli elevati costi, la sede vomerese rischia di dover emigrare.
Al Corriere ha raccontato molto amareggiato: “Sono già tre anni che lavoro a Milano, nella ristorazione. E molti mi chiedono da tempo di trasferire anche la nostra pasticceria. Qui, la sede del nostro negozio è a pochi passi dal Duomo. Paghiamo quindicimila euro di fitto al mese. Ma è un prezzo giustificato per il luogo. Lavoriamo tutti i giorni e siamo nel cuore della metropoli. A Napoli, invece, si lavora solo il sabato e la domenica. I tempi sono cambiati. La gente se ne accorge, i proprietari dei negozi no. Decideremo con i miei fratelli. Ripeto, la voglia è di chiudere tutto e andare a Milano. Ma amiamo Napoli e cercheremo un altro posto trasferire l’attività. Se ci riusciamo resteremo in città, altrimenti andremo via. È una situazione che non riguarda solo i Bellavia ma anche altri storici marchi. So che molte pizzerie stanno venendo qui e non sanno se manterranno la loro sede a Napoli. Credo che questa fuga rappresenti un enorme impoverimento per la città. Una volta avevamo novantacinque dipendenti. Ne sono rimasti diciassette”.
