Il PD napoletano, dopo lo scandalo dell’inchiesta Listopoli, sta vivendo un momento molto delicato. Valeria Valente ha deciso di dimettersi come capogruppo in consiglio comunale di Napoli, al suo posto è subentrato Federico Arienzo, giovane consigliere, che viene da un’esperienza decennale in Municipalità. La sua intenzione è quella di ripartire dalla politica diretta, quella per le strade e tra le circoscrizioni, per riuscire a riconquistare la fiducia dei cittadini.

L’intervista a Federico Arienzo, capogruppo PD in Consiglio Comunale
E’ il più giovane di tutti i presidenti di gruppo di quest’amministrazione e ha una grande responsabilità: risollevare il PD in consiglio comunale, quali sono i suoi prossimi passi?
Abbiamo già fatto alcune cose, la prima è incontrare i vari gruppi del PD delle municipalità, perché esiste anche un tipo di partito che vive nelle circoscrizioni ed è vivo, abbiamo molti consiglieri municipali, insieme a loro sto preparando la nostra idea di bilancio, che il Comune dovrà approvare entro il 31 marzo. Vengo da 10 anni di municipalità, cinque da vicepresidente, so perfettamente cosa significa la politica corpo a corpo, quella fatta per le strade e molto poco nelle stanze. E’ importante creare le condizioni, un posto dove tante persone possono stare bene. Dobbiamo costruire un’idea di città, su questa cosa ho lanciato anche un format che è su Facebook, si chiama “Storie a Napoli”, un tentativo di ripartire dalle storie della città, dai territori, il partito deve ricominciare ad occuparsi di questo, dei bisogni dei cittadini, su questo dobbiamo diventare credibili. Si ritorna dove la politica dovrebbe stare.
Dopo l’inchiesta Listopoli, il PD napoletano è in un clima di bufera e rischia di perdere una buona parte di consensi. Come si può riconquistare la fiducia degli elettori?
La gente dalla politica vorrebbe solo una cosa, per quello poi abbiamo questi dati d’astensione quando si va a votare. Alle persone interessa capire perché esistono disservizi, perché non funzionano le cose. La politica esiste perché si deve occupare delle persone, se torniamo a farlo, ci seguiranno di nuovo. I protagonisti devono essere i cittadini con i loro bisogni, non il politico.
Rioccuparsi delle persone, è la stessa cosa che De Magistris vuole fare con il movimento DEMA?
Per me De Magistris è una grande occasione persa per il centrosinistra, molti anni fa alla sua prima esperienza, si pensava potesse essere la chiave di volta, una cosa che si auguravano un po’ tutti, poi la deriva è stata un’altra. Io francamente non credo alle persone che creano un movimento per gli altri e poi lo chiamano con il proprio nome e tuo fratello è il segretario. Nella mia visione, vedendo anche un po’ quello che accade nel mondo, i partiti sono l’unico presidio vero di democrazia, io credo solo nella forma partitica.
L’inchiesta Listopoli ha portato alla luce un sistema ben preciso di candidature fasulle, che sono comparse anche nelle liste municipali. Com’è stata possibile una cosa del genere?
Io ero alla mia prima candidatura al Comune, gli unici che potevano stare nei comitati per convalidare le liste erano i consiglieri uscenti. Non ho frequentato nessun comitato ed ero per strada per la campagna elettorale, quindi non ne ho idea, sono poco esperto di questi passaggi burocratici. Penso che sia un grande pasticcio, il termometro di come un partito non funziona più, quando non funzioni più, fai errori del genere.
Le responsabilità della Valente, se ci sono, quali sono?
Secondo me nessuna, credo che lei non abbia fatto nulla.
Quindi perché sono state chieste le sue dimissioni come capogruppo PD in Consiglio Comunale?
Noi le abbiamo chiesto di fare un passo indietro, è diverso dalla sfiducia di cui hanno parlato tutti, è evidente che quando una cosa del genere comporta degli avvenimenti, alcuni equilibri vengono meno, se tornassimo a essere una democrazia normale, il capogruppo non è un ruolo monarchico, ma è la persona scelta per rappresentare. Quindi se alcune cose non funzionano e non c’è più fiducia da parte della gente, si può fare un cambio. Questa mossa si è caricata molto di significato, i capogruppo cambiano in ogni città, gli equilibri si ribaltano, c’è la volontà di fare qualcosa di diverso, non necessariamente è collegato a delle responsabilità.
Alle prossime comunali a Napoli manca ancora un po’ di tempo, quindi il PD napoletano ha tutto il tempo di cominciare a costruire e fare una valida opposizione. Con lei si apre un nuovo capitolo?
Quello che farò sarà costruire nuovamente dei rapporti nel tessuto sociale, partendo da quello che stiamo facendo con il format citato prima. Il cittadino ti vota se tu hai un’idea di città valido nello sviluppo.
Anche a livello nazionale il PD sta vivendo un momento delicato, il partito napoletano come si sta preparando all’appuntamento delle Primarie?
Le faremo, presenteremo 3 mozioni. Paghiamo il prezzo di essere l’unico partito che vuole mantenere una struttura democratica, quindi, senza il blog dove votano 10 persone, senza decisioni padronali, come è avvenuto per anni nel centrodestra, quello che diceva Berlusconi quello si faceva. Quando cerchi di mettere in piedi un percorso veramente democratico, ti prendi le controindicazioni di una strada che in Italia non siamo abituati a fare. Noi lo faremo, ciascuno voterà il segretario che riterrà opportuno e poi si continuerà a lavorare.
