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‘O pazzariello napoletano, il comico di strada che faceva sorridere i passanti

Se si pensa a Totò, molti di noi si figurano il suo mento storto e pronunciato, altri i suoi starnuti abortiti, altri lo vedranno nelle vesti del pazzariello agghindato tra il jolly ed il militare di parata. Ed in quest’ultimo caso sentiremmo la sua voce risuonare nell’indimenticabile: “Attenzione … Battaglione”. Chi ricordi la scena precisa, sta già rivivendo l’attesa e l’aspettativa della folla, riunitasi intorno al simpatico pazzariello per ascoltare cosa aveva da dire alla cittadinanza.

Il film era “L’Oro di Napoli”, del 1954, e quello spezzone parlava di una realtà ancora viva, nella quale la “pubblicità” dei prodotti commerciali era affidata alla verve di un personaggio eccentrico ed accentratore: appunto, il pazzariello. A partire dal 1700 questi strani figuri cominciano a rallegrare le strade di Napoli con un vestiario sgargiante e rime fuori dal comune. Ma la loro funzione era meramente umorale?

Certo che no. Gente priva di reddito non si sarebbe industriata per regalare sorrisi gratis. ‘O pazzariello prestava i propri servigi ad un padrone che aveva l’interesse a vendere qualche prodotto. Ed i servigi di questi personaggi consistevano nel reclamizzare quel prodotto attraverso canti e filastrocche strappapplausi, e piccole messinscene molto scenografiche nelle quali il pazzariello metteva in mostra le sue doti teatrali.

Accompagnato sovente da qualche musico collaboratore che eseguiva all’ottavino marcette militari spensierate, a volte insieme ad una grancassa, il pazzariello si esibiva nella speranza di attirare più gente possibile, con lo scopo di reindirizzarla nel negozio del suo padrone, o sulla sua bancarella, con una rima arguta o promesse di prodotti, di inimitabile fattura.

Ma perchè “pazzariello”? Cosa c’entra la follia con la pubblicità? Il termine pazzariello fu coniato per sottolineare l’eccentricità di un personaggio che sembra uscire da un romanzo di fantasia. Era l’anomalia a colpire il pubblico, prima ancora del prodotto. Attirare l’attenzione su di sé, per poi convogliarla sulle sue parole, e di rimando, sul prodotto del suo datore di lavoro: questa era la procedura. Questa la sua arte, imparata da nessuno ed distribuita col sorriso.