Voce di Napoli | Navigazione

32 Dicembre di Luciano De Crescenzo per un Capodanno tutto da ridere

Luciano De Crescenzo ha compiuto 88 anni quest’estate, ma da un po’ di tempo è completamente sparito dai mass media a causa di una malattia che non gli consente di ricordare e quindi riconoscere i volti anche a lui più familiari. La sua attività di scrittore non ha risentito affatto della malattia, ma la messa in onda dei suoi film in tv si fa sempre più rara. E invece varrebbe la pena di godersi uno dei suoi piccoli gioielli, magari 32 Dicembre.

Un film da gustare in qualunque occasione, ma ora più che mai indicato, perchè in parte ambientato durante i festeggiamenti per l’ultimo dell’anno. 32 Dicembre è composto di 3 storie, tutte e tre incentrate sul tema del tempo, ed intrise da un lato di quella comicità tipicamente napoletana che De Crescenzo conosce bene, e dall’altro di filosofia, espressa di tanto in tanto sotto forma di piccoli monologhi, pillole di saggezza, dolci per tutti i palati.

Il primo episodio si intitola Ypocrites. Una coppia di attori napoletani viene assoldata da una signora per interpretare Aristippo (filosofo del piacere), e Antistene (filosofo della privazione). Indovinate chi dei due risulterà più felice? I due attori non andranno in scena in qualche teatro o in tv, ma in una famiglia nella quale il marito pensa di essere Socrate. La moglie inscena questo teatrino per assecondarlo, ma si scoprirà presto che anche lei non è così equilibrata.

Lei è convinta di vivere all’epoca del dolce stil novo, e lo psichiatra che si occupa di entrambi (De Crescenzo), alla fine dell’episodio si scopre essere un altro matto, che cambia mestiere ogni tot di tempo. Indimenticabile la scena in cui lo psichiatra sposta in avanti di un’ora le lancette di tutti gli orologi della stanza, e progressivamente fuori dalla finestra comincia a farsi notte. Memorabile anche la battuta: “Salutam’ a Socrat”.

Il secondo episodio si intitola La Gialla Farfalla, e narra l’amore proibito di una 65enne per un suo coetaneo. Amore che non trova l’approvazione della famiglia di lei, perchè tutti ritengono l’attempato Don Giovanni punti alle proprietà dell’anziana signora. Tutti tranne la nipotina, che l’aiuta ad organizzare una fuga d’amore, nonostante il figlio e la nuora della signora le abbiano prosciugato il conto in banca.

Attraverso un astuto espediente i due amanti riescono ad ottenere 50 milioni dalla famiglia, con cui programmare quel viaggio a Parigi che hanno sempre sognato. In questo caso il tema del tempo riguarda l’età anagrafica e l’età dell’anima. E’ un sacerdote a farsi portavoce di questa teoria: secondo lui sentirsi 20enni dentro significa esserlo, perchè il tempo dei calendari non esiste, ma è solo una convenzione degli uomini.

Il terzo episodio si chiama I Penultimi Fuochi. Protagonista uno strepitoso Enzo Cannavale, Alfonso, disoccupato, trascorre la vigilia di Capodanno alla ricerca di quelle 100.000 lire che gli avrebbero consentito di comprare qualche fuoco d’artificio per far contenti i suoi figli. Chiede a molti amici e conoscenti, ma tutti dicono di versare in condizioni peggiori delle sue. Il fratello, per consegnargli le 100.000 lire, pretende di umiliarlo pubblicamente, e Alfonso non si presta.

Così torna a casa e annuncia ai suoi figli che non ci saranno fuochi per loro quest’anno, ed espone alcune delle teorie imparate dai personaggi con cui ha avuto a che fare in giornata: la mezzanotte è relativa, perchè a Calcutta è mezzanotte in un altro momento; il 1 gennaio è relativo, perchè nel conteggio del calendario moderno è stato commesso un errore che al momento procura un ritardo di 3 giorni; i festeggiamenti sono relativi, perchè la situazione è drammatica.

Insomma, mentre fuori impazzano i festeggiamenti, Alfonso, la moglie, ed i due figli piccoli, sono a letto. Alfonso si ripromettere di regalare i fuochi ai figli non appena avrebbe avuto i soldi. Cosa che accade il 12 gennaio, e gli procura la denuncia da parte del suo vicino di casa questore, che si becca una contro-denuncia per aver sparato botti nella notte di Capodanno. Dal fallimento alla rivalsa il passo è breve.

E De Crescenzo lo sa, perchè Napoli stessa glielo ha insegnato. 32 Dicembre è un quadro comico, realistico, dolce, e amaro di una città piena di ambivalenze, così come il titolo del film. Un giorno che non esiste, è in realtà il giorno che vivremmo tutti ogni giorno, se non fosse stato inventato il calendario per ingabbiare il tempo, o semplicemente “per sapere che ore sono”.