Voce di Napoli | Navigazione

Le scene memorabili in “Natale in casa Cupiello” di Edoardo de Filippo

Natale in Casa Cupiello dura 365 giorni all’anno. I rapporti tra marito e moglie, le preoccupazioni per i figli, i parenti, gli amici, il rispetto, la ribellione: tutte cose che benedicono e affliggono le famiglie di ogni epoca. Per questo il capolavoro di Edoardo de Filippo non passerà mai di moda, e continuerà ad essere riproposto.

Per questo e per un’altra ragione: Edoardo era un genio. Immaginava, scriveva, e realizzava scene indimenticabili, e lo faceva con la mano sicura del pittore serio di un quadro comico. In certi casi si ride, in altri si piange, ma a scorrere l’elenco delle scene più belle di “Natale in Casa Cupiello“, si ripercorre un pezzo della storia del teatro, che ha fatto scuola.

lucariello-a-lettoPronti, via! L’inizio della commedia è nelle mani di Concetta, che tenta di svegliare il marito (Lucariello) riproducendo con la voce l’insistenza e la monotonia del buzz, quel rumore delle vecchie sveglie digitali che non si riusciva a zittire nemmeno inghiottendo la sveglia e masticandola disperatamente: “Lucarié, Lucarié… scétate songh’ ‘e nnove!

“’A zuppa ‘e latte!”. Questo è invece il ritornello del figlio Tommasino, appena sveglio. Il tipico “mammone” che farebbe imbestialire Brunetta, risponde male al padre, sicuro di avere la protezione di mammà. Non gli vuol dare la soddisfazione di un complimento al suo presepe, e alle proteste di Lucariello, lui continua a rispondere: “‘A zuppa ‘e latte!”.

la-zuppa-di-latte-in-casa-cupielloQuando irrompe nella stanza, trafelato, il fratello di Lucariello, Tommasino è ancora a letto. Lo zio si dispera perchè gli sono sparite le scarpe. Allude al fatto che potrebbe essere stato Nennillo (Tommasino). Ma “Nennillo” risponde: “io non ero il tipo che si vendeva le sue scarpe”. Il padre lo guarda un attimo, prende un bel respiro e dice: “S’ha vennuto ‘e scarpe!

Quando Lucariello prova a farsi raccontare dalla figlia come mai è così angustiata, lei si chiude in un mutismo ostinato. Non appena s’avvicina la madre, invece, le due cominciano a parlottare a bassa voce come due comari, ad una tale velocità che il povero Lucariello non riesce a capirci niente. Risultato: estromesso, dopo pazienti tentativi di aiutare.

la-famiglia-cupiello-quasi-al-completoUn’infinita tenerezza, invece, nel momento in cui Concetta ha un mancamento, e Lucariello sembra dimenticarsi completamente dei continui battibecchi con la moglie, le siede accanto sul letto, e le stringe le mani, confessandole successivamente che senza di lei lui non potrebbe mai vivere, e che ad una certa età si devono aiutare a vicenda.

E poi c’è la scena in cui lo zio Pasquale ritrova una sua banconota (segnata da una crocetta) nelle tasche di Tommasino, l’odiato nipote cleptomane, Lucariello scopre che quella stessa banconota gli era stata rubata dal fratello. Zio Pasquale chiede di non essere svergognato pubblicamente, ma non rinuncia a pizzicare il nipote un’ultima volta.

la-lettera-di-tommasino-cupielloLa lettera di Tommasino. Una tradizione che a detta del padre attesta il rispetto del ragazzo verso sua madre (ma in realtà sembra attestare nient’altro che un prolungato ritardo di maturità). Tommasino legge la sua letterina alla mamma, dicendole che le vuol bene e che si augura viva a lungo, come il papà, e diversamente dallo zio, che non la prende benissimo…

Tutti i nodi di Natale a Casa Cupiello vengono al pettine nel momento in cui si scontrano il marito di Ninuccia ed il suo amante. Escono fuori di casa per picchiarsi, lasciando Concetta seduta ed in lacrime. Lucariello Pasquale e Tommasino, ignari di tutto, spuntano fuori vestiti da re Magi, urlando la canzone “Tu scendi dalle stelle”, per fare una sorpresa a Concetta.

Terribile la scena del terzo atto, in cui il dottore rassicura tutti riguardo la salute di Lucariello, in netto miglioramento. Ma nel momento in cui si ritrova da solo con il fratello Pasquale, gli confessa che non c’è alcuna speranza, e che bisogna farsi forza per sostenere le donne, già provate da una lunga esperienza di dolore. L’autorità compassionevole dei dottori di un tempo.

Ed infine la scena che forse più di tutte è rimasta nella memoria di chi ha visto Natale a Casa Cupiello. Quella finale, nella quale un delirante Lucariello, in fin di vita, continua a chiedere al figlio se gli piace il presepe, senza nemmeno più la speranza di un si. Ed invece Tommasino, per la prima volta con voce chiara da adulto, gli risponde: “”.