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Banconote false vendute via deep web: presa organizzazione napoletana [VIDEO]

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli e il Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma hanno eseguito arresti e sequestri patrimoniali nei confronti di otto persone ritenute responsabili di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata alla commercializzazione di banconote contraffatte in numerosi Stati dell’Unione Europea. L’operazione, che si è avvalsa del contributo essenziale di Europol, ha visto anche il coinvolgimento delle forze di polizia di diversi Paesi europei.

Le indagini, avviate nel 2015 dalla Procura Tribunale di Torre Annunziata, hanno visto il coinvolgimento – tramite l’Europol – di diverse autorità estere. Secondo quanto appurato dai finanzieri, a guidare il sodalizio criminale sarebbe stato Carmine Guerriero che, sfruttando le proprie abilità informatiche, avrebbe individuato i clienti finali, “agganciati” grazie a specifici annunci pubblicati su un sito del deep web, la parte “invisibile” di internet alla quale si può accedere solo con specifiche applicazioni informatiche e che non può essere indicizzata dai motori di ricerca come Google.

Guerriero compariva dietro diversi nickname, tra cui quello di Napoli Group, che nel gergo dei falsari è riconosciuto come marchio di garanzia per l’ottima qualità del lavoro realizzato da esperti residenti nell’hinterland di Napoli. Dopo un primo scambio di mail, il gruppo dei falsari inviava alcuni campioni da visionare, l’indirizzo email da contattare per definire l’acquisto e un foglio che indicava i messi di pagamento preferiti (tra i quali il canale dei money transfer e il bitcoin, un nuovo canale innovativo che garantisce l’anonimato).

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Una volta ricevuto il pagamento, il gruppo dei falsari inviata le banconote contraffate (generalmente in tagli da 20 euro, vendute a un prezzo equivalente al 30 per cento della banconota in questione), nascoste all’interno di libri tagliati nel mezzo, in pacchi dal peso non superiore al chilo, così da non rendere subito identificabili i mittenti dei plichi.

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L’attività investigativa della Guardia di Finanza su oltre un migliaio di spedizioni effettuate in brevissimo tempo consentiva di segnalare diverse centinaia di plichi sospetti alle omologhe autorità spagnole, portoghesi, tedesche, francesi, austriache, olandesi, svedesi e lituane, consentendo così alle forse di polizia straniere di sequestrare gli euro contraffatti (per un totale di 150mila euro) e di eseguire numerosi arresti in flagranza di reato.