Francesco Paolillo aveva 14 anni quando il 25 ottobre del 2005 morì cadendo dal sesto piano di un palazzo di Ponticelli in costruzione. L’edificio era in via Angelo Camillo de Mei 389 tra Ponticelli e Cercola, un cantiere abbandonato totalmente degradato dove i ragazzini della zona si recavano per giocare. Salivano lungo le scale e poi si dondolavano sulle barre d’acciaio che erano presenti nello scheletro dell’edificio.
Quel fatidico giorno Francesco era sceso di casa per recarsi insieme ad altri amici al solito posto di ritrovo, di facile accesso vista l’estensione (erano presenti diversi palazzi nella zona in fase di edificazione, ndr) e quindi l’impossibilità di vigilare attentamente tutto il perimetro. Dopo aver giocato era tornato all’ingresso del palazzo per rientrare a casa, un amico però non riusciva più a scendere così lui era risalito in cima per aiutarlo. Un piede fuori posto e poi la terribile caduta, Francesco precipita nel vuoto, nel vano destinato alla costruzione dell’ascensore. Rimase cosciente al suolo per oltre trenta minuti attendendo l’arrivo dei soccorsi. Si spense due ore dopo all’Ospedale San Giovanni Bosco. Fino ad allora erano state numerose le segnalazioni fatte al sindaco per mettere in sicurezza la zona, nulla era stato fatto. Dopo la tragedia la famiglia iniziò una battaglia per abbattere quelle costruzioni. Un mese di manifestazioni sul “vialone della morte”, la madre impegnata in prima persona con uno sciopero della fame per evitare che una simile tragedia si ripetesse ad altre famiglie.
Nel 2007 è stato creato un parco giochi e un campo di calcio per i ragazzi del quartiere intitolato a Francesco Paolillo e al suo gesto coraggioso per salvare l’amico. All’inizio è stato il padre del ragazzo a badare e gestire il tutto, poi le aree sono state affidate al Comune di Napoli ed è iniziato il degrado: alberi non potati, erba secca ovunque, giochi rotti, campo non più agibile con recinzioni rotte. Un’area nata per raccogliere in un luogo sicuro i giovani del quartiere è divenuta un posto pericoloso, in tanti anni il Comune non ha fatto nulla per sistemare la zona e ridarle il giusto decoro. Il fratello di Francesco, Alessandro Paolillo ci ha descritto lo stato di abbandono del sito: “Le giostre sono state incendiate durante la notte da qualche vandalo, sono stato io personalmente a spegnere il fuoco. Il parco è stato chiuso e sono tre anni che portiamo avanti questa battaglia. Inagibile nonostante le denunce, mai nessuno ha preso un provvedimento. Il Comune di Napoli non ha fatto nulla, se le strutture sono ancora in piedi è grazie al nostro lavoro, perché senza avere la nomina ce ne prendiamo cura, le puliamo, sistemiamo le buche e rimediamo all’usura, ma è difficile. Ci sono stati contatti, sono venuti anche a fare un sopralluogo ma nulla è cambiato. Il parco è stato fortemente voluto da mia mamma per evitare che i bambini andassero in aree non idonee a giocare. Anche il Presidente della Repubblica ha espresso il suo sostegno ma la politica locale ci segnala solo l’assenza di fondi per realizzare la manutenzione del parco”. Alessandro conclude tristemente “Quei cantieri maledetti sono stati abbattuti alla fine ma ora restano dei fossati profondi che sono altrettanto pericolosi, vivo con il terrore che qualcuno possa passare quello che è capitato a noi…”.