Era tornato in carcere a fine aprile scorso per scontare una pena per omicidio. Un’uccisione decisa a tavolino nell’ambito della faida tra i clan Pesce – Marfella – Bernardo contro i D’Ausilio. L’obiettivo dei criminali era il controllo del territorio tra Fuorigrotta, Pianura, Soccavo e il Rione Traiano.
L’omicidio è stato molto violento: il corpo di Francesco Esposito, la vittima, fu trovato crivellato di proiettili in un’auto abbandonata a Fuorigrotta. Prima, Esposito, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, è stato legato e imbavagliato. La vittima è stata pestata a sangue e rinchiuso nel bagagliaio della vettura in cui è stato ritrovato.
Da pentito a sucida
Diego Basso era recluso a Roma nel carcere di Rebibbia. Aveva deciso di pentirsi, per questo era detenuto nel reparto riservato ai collaboratori di giustizia.
Il personale medico e la Polizia Penitenziaria hanno trovato il corpo dell’ex boss impiccato in cella. A nulla sono servite le misure di salvataggio da parte dei soccorsi.
Basso era esponente di spicco del clan Pesce – Marfella. La Corte di Cassazione aveva confermato il suo arresto per l’omicidio di Francesco Esposito, vittima della faida con il clan D’Ausilio.