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Pasquale Scotti si pente: parla di Raffaele Cutolo e del noto clan

Pasquale Scotti ha scelto di collaborare con la giustizia. L’ex boss della Nuova Camorra organizzata di Raffaele Cutolo è stato catturato in Brasile dopo 30 anni di latitanza. Secondo quanto riporta la testata Il Mattino, parte dell’interrogatorio fatto dalla Dda, si è tenuto durante il corso del processo di Salvatore Esposito, imprenditore del “racket del caro estinto” ovvero le agenzie di pompe funebri.

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Diverse le rivelazioni di uno dei boss più pericolosi che la camorra abbia conosciuto, Scotti ha confessato: “Io sono mandante dell’omicidio di Mimì o tavutaro, del quale Pannone è esecutore materiale credo che il cognome della vittima fosse Esposito. Era proprietario di un’azienda funebre a Casoria, all’epoca c’erano due aziende funebri, una dei Castaldo e l’altra degli Esposito. C’è sempre stata guerra per la gestione delle attività collegate a questo settore delle pompe funebri. Esiste un controllo mafioso delle rispettive zone di competenza, lo fanno tutte le ditte che operano in questo settore. Ci fu un’invasione di campo, nel senso che un carro della ditta Montuoro di Napoli andò a trasportare un defunto di Casoria, e fu una sorta di guanto di sfida. Dopo quell’episodio seguirono omicidi e agguati incrociati“.

Rivelazioni che raccontano un passato camorristico, le mani della criminalità sulle pompe funebri. Nulla di tutto ciò pare sia cambiato. Nel verbale dove si legge la deposizione di Pasquale Scotti spuntano diversi nomi di clan, tra questi anche i Moccia, clan di Afragola con cui l’ex camorrista ha avuto rapporti in passato.