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Suicidio Tiziana Cantone: aperta un’inchiesta per istigazione al suicidio

Tiziana Cantone era finita in depressione a causa di quel video girato nel 2015 che aveva fatto il giro del web. Solo qualche giorno fa il giudice del Tribunale di Aversa, Monica Marrazzo, aveva riconosciuto il diritto alla privacy di Tiziana Cantone imponendo ai social forum di rimuovere i video lesivi sostenendo l’applicazione del diritto all’oblio. Il legale ha citato in giudizio chi ha fatto girare il video, ma anche Facebook Ireland, Yahoo Italia, Google e Youtube e aveva ottenuto il provvedimento d’urgenza che comporta in caso di inadempienza una multa fino a 10mila euro al giorno per i motori di ricerca e Facebook Ireland.

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Nella giornata di martedì 13 settembre la situazione però prende una piega diversa, tragica, Tiziana decide di togliersi la vita impiccandosi con un foulard nell’appartamento in cui viveva la madre. La ragazza aveva 31 anni e sie era resa conto di essere impotente di fronte al potere devastante del web, aveva chiesto ed ottenuto il cambio d’identità, ma questo non è bastato. Oggi il procuratore capo della Procura di Napoli Nord, Francesco Greco, afferma: “Abbiamo aperto un fascicolo per induzione al suicidio“.

Una ragazza devastata, non trovava. Divenuta idolo del web senza volerlo, schernita da tutti e costretta a lasciare il lavoro e a non poter più girare per strada perché derisa e riconosciuta in ogni luogo. Interrogativi e colpe da attribuire senza sapere ancora con precisione a chi. È questa la dura realtà del web, un mondo dove le regole hanno dei limiti così labili da essere oltrepassati con facilità, un mondo che, per Tiziana Cantone, ha significato solo una cosa: la morte, prima quella della persona e poi quella fisica.