Voce di Napoli | Navigazione

De Magistris e De Laurentiis, sul San Paolo prendono in giro i napoletani

Il tema è molto caldo. È una questione che è fondamentale per la città. La sua importanza è tale perché coinvolge diversi aspetti: quello socio – economico, in quanto è sicuramente una tematica politica che coinvolge l’aspetto urbanistico di Napoli; quello sportivo – culturale perché riguarda le sorti del “tempio” del capoluogo campano. Stiamo parlando dello stadio San Paolo.

De Magistris e De Laurentiis, sul San Paolo prendono in giro i napoletani

Ricostruiamo la vicenda

Sono un pò di anni che i tifosi e i cittadini sentono parlare della questione San Paolo. Si racconta di continui restyling e ogni tanto di maestosi progetti che trasformerebbero il fatiscente impianto, in una delle strutture sportive più belle d’Europa. La verità è che il tema è sempre stato strumentalizzato e che ne il Comune, ne il club, hanno avuto serie intenzioni di agire. In realtà una società seria e ambiziosa come il Napoli dovrebbe presentare al Comune un progetto per la costruzione di un nuovo impianto. La nuova struttura andrebbe edificata innanzitutto lontano da Fuorigrotta, quindi fuori il centro della città. Il quartiere non può più permettersi di subire i disagi causati dal caos provocato dalla partita degli azzurri, una domenica si e una no (senza considerare tutta l’illegalità che diventa magicamente legale, abusivismo in primis). Andrebbe individuata un’area periferica, magari facilmente raggiungibile, dove la costruzione dello stadio porterebbe sviluppo. Ci sarebbe un’evoluzione dell’urbanistica con strutture e trasporti all’avanguardia. Ne trarrebbe giovamento l’economia, grazie a tutte le attività commerciali che un’iniziativa del genere farebbe nascere. Un progetto è stato presentato in passato da una cordata di imprenditori che avrebbero voluto costruire l’impianto a Ponticelli. De Laurentiis ha espresso allora il suo rifiuto affermando: “Piuttosto andrò a giocare a Caserta“. In questo anche l’amministrazione comunale è stata ambigua. Avendo come punto di riferimento soltanto una convenzione stipulata ai tempi della giunta Iervolino, il Comune non si è mai posto seriamente il problema della gestione dello stadio “regalandolo” di fatto alla Società Sportiva Calcio Napoli. L’indotto per la città è misero rispetto a quello incassato dal club, se consideriamo: biglietti, sponsor, ordine pubblico, trasporti. Adesso con il grande rischio che le partite di Champions potrebbero non giocarsi al San Paolo, l’argomento è tornato per fortuna di moda (ma non quanto dovrebbe).

De Magistris e De Laurentiis, sul San Paolo prendono in giro i napoletani

La posizione di De Magistris

Il sindaco De Magistris ha sempre avuto il piacere di farsi vedere seduto in tribuna al fianco del presidente De Laurentiis. Nonostante quest’ultimo abbia fatto spesso dichiarazioni, dai toni molto forti, nei confronti del primo cittadino. Il clima è cambiato quando la Corte dei Conti, un paio di anni fa, ha obbligato il Comune a riscuotere dal club il canone di affitto arretrato, relativo allo stadio San Paolo. A quel punto finalmente è emersa una sacrosanta verità: il sindaco non è proprietario dell’impianto di Fuorigrotta ma ne è l’amministratore. La proprietà è dei cittadini. Quindi i giudici hanno semplicemente detto a De Magistris che se non avesse riscosso il giusto valore del San Paolo (come previsto dalla convenzione), avrebbe corso il serio rischio di essere inquisito. Lo stadio è dei napoletani, ne del sindaco, ne del presidente del Napoli. Adesso l’ultima trovata per “mettere una pezza“, a una struttura che andrebbe abbattuta (al suo posto potrebbe nascere uno spazio verde e pubblico che dia ossigeno al quartiere), è il prestito presso il credito sportivo. Tuttavia, il ritardo per l’approvazione del bilancio del Comune, ha ancora rimandato la pubblicazione del bando per far partire i lavori urgenti richiesti dall’UEFA.

De Magistris e De Laurentiis, sul San Paolo prendono in giro i napoletani

La posizione di De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis ha avuto gioco facile su questo tema. Da una parte un club risollevato dalle ceneri, dall’altra un’amministrazione comunale che per una logica di consenso (e una convenzione già attiva) ha “lasciato carta bianca” al presidente del Napoli. Il patron sarebbe felice se riuscisse ad avere gratis il San Paolo per il suo utilizzo. Tale questione ha permesso, però, che si formasse un dibattito sul rapporto tra pubblico e privato. La norma vuole che il privato possa investire creando sviluppo e ricavando un profitto, sottostando alle regole del pubblico che però deve fornire le giuste condizioni affinché ci sia l’investimento. A Napoli, come spesso accade, è avvenuto l’esatto contrario. De Laurentiis ha sempre messo all’angolo l’amministrazione. Adl è forte del suo essere proprietario del massimo prodotto che al momento esprime la città. Inoltre, dalla sua parte, ci sono dati del CONI che definiscono lo stadio come una struttura fatiscente (o comeun cesso, questo ha affermato in passato il presidente con i suoi soliti modi educati). Senza mai presentare progetti seri per la costruzione di un nuovo impianto, il presidente azzurro si è riempito la bocca di gradi restyling che rispetto ai soldi incassati per i biglietti e le pubblicità sarebbero bruscolini. Tuttavia alcuni risultati altalenanti della squadra e le ultime elezioni comunali, hanno permesso al Sindaco di rientrare al centro del ring.

I Napoletani mortificati

I due sfidanti sono di nuovo uno di fronte all’altro. L’esito delle elezioni e la qualificazione in Champions hanno sigillato la tregua. Il patron azzurro può ritenersi soddisfatto, in quanto investirà meno del previsto sul San Paolo, grazie al credito sportivo chiesto dal Comune. Il sindaco avrà modo di sventolare la bandiera (anzi la bandana) di colui che ha permesso di mettere a posto lo stadio. E i cittadini? Per ora i Napoletani saranno ancora costretti a vedere la propria squadra in un San Paolo invecchiato e inadatto. Rischieranno ancora ogni partita per la propria sicurezza. Faranno a meno delle strutture igienico – sanitarie, idonee per eventi del genere (sempre se si riuscirà ad avere l’ok dell’UEFA, altrimenti si dovrà andare a Palermo). Alla città basta poco per essere felice. Basta tifare Napoli e esultare ai gol del Pipita di turno. Tuttavia quando De Laurentiis e De Magistris si siederanno di nuovo uno vicino all’altro in tribuna, sarebbe bello e maturo avere uno scatto d’orgoglio partenopeo (che tanto ci piace manifestare) come reazione a questa continua mortificazione, di un popolo e la sua storia sportiva.