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Rifiuti, ecoballe: la scienza ci dice che non sono nocive

Analisi positive per le ecoballe di Giugliano. Per quasi l’ottanta per cento si tratta di materiale plastico. C’è un 8 per cento di fibra, tipo tessile e pellame. Zero materia organica, prossimi allo zero i metalli, acidità quasi assente. Classificazione finale: “rifiuto non pericoloso”.

Rifiuti, ecoballe: la scienza ci dice che non sono nocive

Come riportato da La Repubblica, dopo polemiche, proteste, dibattiti sui danni ambientali e alla salute, arrivano i primi risultati dei campioni prelevati a Giugliano.

Il rapporto è il risultato delle analisi di una piccola parte di oltre 5 milioni di ecoballe, sottoposta ad analisi di laboratorio dalle aziende che si sono aggiudicate le gare per la rimozione delle prime 500 mila tonnellate (75 milioni di euro).

Si è occupato delle rilevazioni il sito di Masseria Del Re, piazzola numero dieci, un lotto vinto dal gruppo Defiam-Ecobuilding, si appresta a trasportare i rifiuti in Bulgaria. L’accordo finale con la Regione prevede per tutte le aziende un’analisi ogni mille tonnellate, seguiranno altri campionamenti, questi sono i primi esiti ottenuti aprendo 4-5 ecoballe, mischiando il contenuto e ricavando un campione di una decina di chili. Per il 55,5 per cento si tratta di “materiale plastico”, così definito: “contenitori in plastica, plastica varia”.

Un altro 21,3 per cento è sempre “materiale plastico”, ma di diversa fattura: “polistirolo, piatti, bicchieri”. Ci sono “shoppers, plastica in fogli” per l’8,8 per cento. E “tessili, cuoio e pellame” per l’8,4 per cento. Un 2,8 per cento di “tetrapak e altri compositi”, l’1,2 per cento di “carta, giornali e cartone” ossia “materiale cellulosico”, 0,4 per cento di “legno” e 0,4 per cento di “cocci e inerti vari”.

Percentuali sotto zero di “cloro, zolfo”, tracce quasi inesistenti di “alluminio, ferro, rame”. Alto il potere calorifero al punto da rendere il prodotto ideale per l’incenerimento, anche se “sulla base dei valori analitici riscontrati” – si legge nel rapporto – “il rifiuto può essere inviato a una discarica”. Classificato come “rifiuto speciale non pericoloso, non appartenente ad alcuna classe di pericolosità”.

Perché di fatto dovrebbe essere materiale già trattato negli ex impianti Cdr. Ma soprattutto, le analisi hanno valutato anche una serie di inconvenienti standard: “irritazione cutanea e lesioni oculari, tossicità in caso di aspirazione, tossicità acuta, cancerogeno, corrosivo, tossico per la riproduzione sessuale”. Per tutte queste “caratteristiche”, la risposta è “non pericoloso”. Il rapporto è stato mostrato a due professori della università Federico II.