Avvistato cucciolo di megattera a nord dell’isola di Procida, a pochi metri dalla costa di Punta Faro, non distante dal porto di Marina Grande. È una scoperta sensazionale in quanto il cetaceo rappresenta un specie molto rara. Soprattutto è davvero quasi impossibile che questi balenotteri si spingano nel Mediterraneo.
Solitamente gli avvistamenti nel mare che lambisce la Campania, sono quelli della balenottera comune (la cui lunghezza può raggiungere i 24 metri per circa 90 tonnellate di peso), l’unica specie di balena che abita regolarmente il Mediterraneo. La megattera è un misticeto, ovvero un cetaceo senza denti: al loro posto hanno i fanoni, strutture cornee simili ad una “spazzola”, utilizzate per filtrare il plancton o piccoli pesci, di cui si cibano.
Come afferma Daniela Silvia Pace, Presidente di Oceanomare, una Onlus che studia i cetacei:
“Osservare una megattera in Mediterraneo è un fatto insolito e interessante. Perché questi animali sono oceanici e distribuiti soprattutto nell’Atlantico, nel Pacifico e nell’Oceano Indiano; per riprodursi e partorire si spostano nelle acque sub-tropicali, per poi migrare in estate verso le latitudini polari e sub-polari per nutrirsi, compiendo le più lunghe migrazioni conosciute tra i mammiferi. Consideriamo che negli ultimi 150 anni, da quando si raccolgono le informazioni riguardo avvistamenti e spiaggiamenti dei cetacei nei nostri mari, sono stati registrati solo una ventina di incontri con questa specie“.
Le megattere hanno una forma di comunicazione assai complessa. Le loro vocalizzazioni, inclusi i complessi richiami emessi dai maschi, hanno in genere una frequenza che oscilla tra gli 80 e i 4.000 hertz (Hz) e sono composte da elementi minimi, le unità, che vengono uniti tra loro fino a formare frasi a loro volta ripetute in temi. I temi possono poi essere eseguiti seguendo precisi schemi che danno origine a canti lunghi anche parecchi minuti. Fino a pochi anni fa il canto delle megattere era associato al corteggiamento e alla riproduzione. Recentemente è stato evidenziato come questi animali emettano i loro lunghi vocalizzi anche durante i periodi di alimentazione, probabilmente allo scopo di segnalare alle compagne la presenza dei banchi di krill di cui si nutrono.
