Un vero e proprio sciame sismico di natura vulcanica ha interessato l’area di Pozzuoli e la Solfatara tra il 28 giugno e il 5 luglio scorso. Lo sciame è stato caratterizzato da due distinte sequenze, la prima ha avuto il suo culmine il 30 giugno intorno alle 18.40 quando in tre minuti sono stati registrati ben 7 eventi di bassa intensità e ad una profondità di appena un 1 km con epicentro nella Solfatara. La seconda sequenza, molto più rilevante e che ha alzato il livello di attenzione, ha avuto invece inizio il 3 luglio intorno a mezzanotte. In dieci ore sono stati registrati 47 eventi sismici tutti intorno a ridosso della costa di Pozzuoli e ad una profondità simile alla sequenza della Solfatara, ovvero tra 1 e 2 km.
Il picco massimo dello sciame è stato poi raggiunto il 5 luglio con l’evento più forte e avvertito dalla popolazione puteolana ovvero un terremoto che l’INGV aveva inizialmente segnalato con magnitudine 1.4 salvo poi rettificare e indicare in 2.1 l’evento.
Quest’anno sono state registrate, finora, un totale di 132 scosse. Di queste ben 57 solo tra il 28 giugno e il 5 luglio scorso. Se il livello di allerta per la zona di Pozzuoli e della Solfatara è già alto questo sciame ha ulteriormente innalzato il livello di attenzione.
L’INGV nei giorni scorsi ha anche diramato un bollettino ufficiale per spiegare la situazione dell’Area Flegrea. E’ dal 2010 infatti che si sta osservando un lento e costante innalzamento del suolo che attualmente viaggia a circa 0.5cm al mese/massimo.
I dati letti nel lungo periodo, ovvero dal 2000 ad oggi, ci dicono che il suolo si è alzato in totale di circa 30cm e solo nel 2015 di ben 11cm. Segnale che ha portato il livello di attenzione sui Campi Flegrei a livelli di guardia.
Bisogna ricordare che dal 1970 al 1972 l’area è stata interessata dal fenomeno del bradisismo che ha provocato un sollevamento del suolo di ben 170 centimetri nell’area del porto di Pozzuoli, e un secondo episodio dal 1982 al 1984, il più grave, con un sollevamento di circa 3 metri e circa 10mila terremoti.
Non tutti sanno o forse non ricordano che durante la crisi sismica degli anni ’80 si temette davvero il peggio, gli sciami sismici toccarono le 500 scosse al giorno, sintomo palese di un’eruzione imminente che poi non ci fu. Gli eventi sismici furono di magnitudo anche superiore al 3.5 (massimo 4.8) ad una bassa profondità (tra 1-2km) e molti edifici crollarono o furono pesantemente danneggiati.
Intervenne anche l’esercito e furono giorni di vero e proprio paura per tutta l’area flegrea e per Napoli. Furono evacuate moltissime famiglie a Pozzuoli e in particolare dal Rione Terra epicentro degli eventi sismici. Alla fine del 1984 si è verificata poi una fase discendente che si è conclusa nel 2005, da allora però è iniziata di nuovo una fase di lento e progressivo innalzamento.
Nella speciale classifica dei 10 Supervulcani del mondo (BBC) vi sono i Campi Flegrei. Va notato che tra i 10 non figurano ne il Vesuvio ne il Krakatoa o gli altri vulcani che hanno causato le catastrofi più note della storia dell’uomo. I Campi Flegrei sono ritenuti tra i più pericolosi poiché secondo gli esperti possono causare cataclismi a livello mondiale, modificare il clima del pianeta e mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’uomo.
La caldera dei Campi Flegrei ha un diametro di 30km e storicamente si ha certezze di almeno due catastrofiche eruzioni. La prima, detta dell’Ignimbrite campana, è avvenuta circa 35mila anni fa con una fuorisciuta di 200/250km cubi di materiale vulcanico. La seconda, detta del Tufo Giallo Napoletano, è avvenuta circa 14mila anni fa con un’espulsione di circa 35 chilometri cubi di materiale vulcanico. Tra le due super eruzioni ed anche dopo, una serie di eruzioni definite minori che hanno però creato il paesaggio attuale dell’area flegrea.
L’ultimo evento di cui si hanno notizie è del 1538 quando nell’arco di una settimana venne fuori un nuovo vulcano, il Monte Nuovo. Gli studiosi hanno stimato che la probabilità che i Campi Flegrei eruttino nei prossimi 100 anni sia solo dell’1%, ma non bisogna lasciarsi ingannare poiché è una probabilità che se rapportata al grado di pericolosità e di distruzione diventa elevatissima. Ultimamente è stata anche abbandonata un indagine scientifica che si proponeva attraverso dei carotaggi profondi di studiare l’area, ha vinto la paura di risposte incontrollabili da parte del vulcano.
Fonte: http://www.ov.ingv.it/ov/bollettini-campi-flegrei/Bollettino_Flegrei_2016_07_05.pdf