La dirigente dell’Istituto Comprensivo Fava Gioia di Materdei, Rosaria Tramontano, ha interrotto il progetto di conoscenza della cultura di genere agli alunni della scuola dopo le richieste dei genitori.

“Ragazzi, mi chiamo Fabio, ma sono nata Assunta, a scuola i miei compagni non hanno mai capito il mio essere uomo in un corpo di donna e ho passato anni di inferno, vittima di bulli, impotente. Poi ho imparato a reagire, a non avere paura” è il racconto avvenuto in un’aula piena di ragazzini che poi sono tornati a casa e hanno posto ai genitori domande, anche complesse, a cui questi non hanno saputo rispondere. La Tramontano quindi, in risposta alle loro sollecitazioni, ha firmato una lettera indirizzata all’Arcigay con cui ha interrotto l’iniziativa, poiché realizzata con la presenza di minori senza il coinvolgimento emotivo ed effettivo delle famiglie. L’associazione in risposta ha richiesto un incontro per chiarire la dinamica ma a questo non c’è stata alcuna risposta. Antonello Sannino, presidente del circolo, ha denunciato: “Inaccettabile, in una scuola di Napoli interrompono il corso della rete Nazionale Stop al bullismo e al cyber bullismo perché non vogliono gay e trans in classe. Il progetto è approvato dal ministero dell’Istruzione e lo abbiamo avviato in 14 scuolr a Napoli senza problemi spirgando che gli incontri affrontano sia il tema del bullismo che della diversità di genere, con testimonianze dirette, proprio per coinvolgere i ragazzi“.
Il problema è sorto in seguito alla poca chiarezza in merito il progetto che si andava a svolgere. Come spiegato dalla stessa dirigente dell’Istituto l’attività era stata avviata in precedenza dalla persona che era presente prima di lei. Il primo incontro è avvenuto il 7 febbraio ed è arrivata la forte testimonianza di Fabio. Non tutti i genitori hanno però condiviso e soprattutto compreso quanto era stato fatto, come ha spiegato Arianna Longobardi docente che cura il progetto: “Sono attivissima sui temi del bullismo e della differenza di genere e impegnata in prima linea nell’educazione ai sentimenti e alle differenze. Non c’è chiusura da parte della scuola, ma capisco il disorientamento della preside quando i genitori hanno protestato per la testimonianza di Fabio. Forse ci voleva più chiarezza nel comunicare il contenuto del programma e da parte nostra più attenzione nel valutarlo”. La protesta dei genitori non è stata infatti una lamentela sterile quanto piuttosto una richiesta di confronto e chiarezza sulle tematiche affrontate.
