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Migrante suicida a Venezia tra l’indifferenza generale

Scegliere di morire a soli 22 anni è possibile, anzi, mai come in questo periodo, è una scelta diffusa, sofferente, frutto della disperazione più totale. Ed è così che un giovanissimo ragazzo, originario del Gambia, ha deciso, domenica pomeriggio, di porre fine alla sua esistenza suicidandosi nel Canal Grande, a Venezia sotto gli occhi di centinaia di persone che poco o niente hanno fatto per evitare il terribile epilogo. Una tragedia nella tragedia. Non c’è altro modo per descrivere quanto accaduto.

https://www.youtube.com/watch?v=Fbx6g44rOVg

Le immagini del video mostrano il giovane immigrato solo, in balia della sua decisione. Il ragazzo evita, molto probabilmente di proposito, ogni tentativo di afferrare i salvagente, l’unico gesto di soccorso offerto all’uomo. Le sue braccia tese in alto, fino a farsi sommergere dall’acqua non sono riuscite a smuovere alcuna coscienza. Nessuno dei presenti, infatti, si è tuffato nel tentativo di salvargli la vita assistendo inermi all’ennesima tragedia umana. Cornice della drammatica vicenda Venezia considerata da tutti la ‘città dell’amore’.

A questo punto una domanda sorge spontanea: “Che fine ha fatto tutto quell’amore?“. Nessuno sa rispondersi. Eppure non è inusuale che al Nord le persone, non dico tutte ma almeno una buona percentuale, siano schive, riservate, incapaci di aprirsi al mondo e, di conseguenza, di socializzare. Si vive, ci si muove, si frequenta il quartiere, il proprio palazzo senza neanche conoscere il vicino di casa. Non deve sorprendere più di tanto, quindi, la morte di Pateh Sabally circondato dall’indifferenza più totale.

Di questo passo però dove andremo a finire? Un’altra domanda da un milione di euro che, purtroppo, resterà senza risposta. Intanto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, si è detto disponibile a sostenere le spese del funerale del giovane migrante, un segno di rispetto verso i suoi sogni infranti, rimbalzati contro il muro di indifferenza che lo ha visto tristemente protagonista.