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Gigi D’Alessio lancia un appello per la pace: “Un bambino di Gaza o un bambino ucraino hanno lo stesso valore di un bambino napoletano”

Dalla suggestiva cornice di Piazza del Plebiscito a Napoli, il cantautore Gigi D’Alessio ha interrotto la sua esibizione per rivolgere un accorato messaggio al suo pubblico, riflettendo sulla tragedia in corso nella Striscia di Gaza. Con parole cariche di dolore e indignazione, D’Alessio ha criticato apertamente l’idea di progetti di sviluppo, come alberghi e ristoranti, in un luogo segnato da migliaia di morti e dalla perdita di vite innocenti, in particolare quella di bambini. Il suo intervento ha sottolineato l’assurdità morale di un tale sviluppo economico in un contesto di così profonda sofferenza, chiedendo retoricamente “Ma che avete al posto del cuore?”.

L’appello di D’Alessio, ripreso e diffuso ampiamente sui social media attraverso video virali, ha trovato un’eco significativa. Il cantante ha espresso la consapevolezza che le sue parole potrebbero sembrare un piccolo gesto, ma ha enfatizzato il potere di una moltitudine di voci unite. Ha messo in luce la necessità di avere il coraggio di alzare la propria voce in nome di una vita che non conosce religionepartito o nazione, ribadendo un concetto universale di uguaglianza. Per D’Alessio, un bambino di Gaza o un bambino ucraino hanno lo stesso valore di un bambino napoletano, unendo in un unico, toccante appello la compassione per tutte le vittime innocenti dei conflitti.

Il gesto di D’Alessio si inserisce in un più ampio contesto di solidarietà che sta emergendo nel panorama artistico italiano. Pochi giorni prima, altri artisti di spicco avevano già lanciato un simile appello per la pace durante un concerto in onore del compianto Pino Daniele, sottolineando un crescente impegno del mondo della musica verso queste tematiche. Questo fermento di partecipazione si riflette anche nelle strade di Napoli, dove una recente manifestazione popolare ha visto scendere in piazza circa 40.000 persone in solidarietà con il popolo palestinese, a dimostrazione che il messaggio di pace sta risuonando profondamente nella comunità.