Voce di Napoli | Navigazione

Moglie uccide il marito a Napoli, “forse sedato”: non ha avuto la forza di reagire

L’omicidio di Ciro Rapuano, 58 anni, nel quartiere Pendino di Napoli, rimane un caso avvolto nel mistero, con nuove domande che emergono ogni giorno. L’uomo è stato trovato riverso sul letto matrimoniale con numerose coltellate alla schiena. La procura di Napoli ha disposto l’autopsia e un esame tossicologico, sollevando il sospetto che la vittima possa essere stata sedata prima dell’aggressione. Questa ipotesi è supportata dalla posizione del corpo e dall’assenza di segni di difesa, che suggeriscono che Rapuano non abbia avuto la forza di reagire.

La moglie di Rapuano, Lucia Salemme, ha chiamato la polizia e ha confessato l’omicidio, sostenendo di aver agito per legittima difesa dopo anni di violenze domestiche. La donna ha raccontato di aver reagito a un’aggressione del marito, che l’aveva colpita con un coltello, ferendolo con un altro per difendersi. La sua versione, tuttavia, è messa in discussionedagli inquirenti. In casa, al momento dell’omicidio, si trovavano anche la figlia di 30 anni e la nipote di 7. La Salemme è attualmente detenuta a Secondigliano con l’accusa di omicidio volontario.

Gli investigatori stanno cercando di capire se si sia trattato di un delitto d’impeto o di un atto premeditato. La procura ha sequestrato i due coltelli e sta effettuando accertamenti sulle ferite riportate dalla donna. Parallelamente, si sta indagando sulle finanze della famiglia a seguito di segnalazioni da parte dei parenti della vittima riguardo a tensioni economiche e alla scomparsa di 400.000 euro. Le figlie della coppia hanno preso posizioni diverse, con una che ha chiesto di essere ascoltata come parte offesa, mentre l’altra, che viveva ancora in casa, potrebbe aver assistito ai momenti successivi all’omicidio. Le loro testimonianze saranno decisive per chiarire la dinamica dei fatti.