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Malasanità a Napoli: 500.000 euro di risarcimento per la morte di una donna a causa di una diagnosi errata

Una donna di 44 anni di Afragola è tragicamente deceduta per una dissezione aortica acuta dopo essere stata dimessa presso un noto ospedale di Napoli, che aveva fornito una diagnosi contraddittoria. La vicenda ha portato a un’indagine giudiziaria e a un risarcimento di 500.000 euro da parte della compagnia assicuratrice dell’ospedale. Il caso, seguito dall’avvocato Felice De Simone, ha sollevato pesanti interrogativi sulla gestione clinica e amministrativa della struttura.

La donna si era presentata presso il nosocomio che aveva sollevato il sospetto di una dissezione aortica. Tuttavia, gli esami successivi eseguiti al Federico II, tra cui un eco-cardio esofageo e una TC, avevano escluso tale patologia. Nonostante i sintomi persistenti, la paziente fu dimessa con una semplice terapia medica. Solo 16 giorni dopo, a seguito di un nuovo e violento dolore toracico, una Angio-TC in un’altra struttura confermò la diagnosi di “dissezione dell’aorta ascendente acuta“. Nonostante un intervento chirurgico d’urgenza, la donna morì il giorno seguente.

La svolta nel contenzioso legale è avvenuta quando la famiglia ha chiesto la documentazione diagnostica digitale, ma il Policlinico si è giustificato dicendo che i dati erano andati persi a causa di un presunto “blackout” avvenuto nel 2020. Questa versione è apparsa insostenibile, dato che le richieste di documentazione erano state inoltrate già nel 2019. Di fronte a questo quadro probatorio schiacciante e alla mancata produzione dei documenti, la compagnia assicuratrice ha optato per un risarcimento extragiudiziale. La somma liquidata, a titolo di “perdita di chance“, non risarcisce il decesso in sé, ma la concreta possibilità di un esito migliore e di una maggiore sopravvivenza che un intervento tempestivo avrebbe potuto garantire.