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Sequestrato noto hotel a Ischia: costruzioni illecite e discarica abusiva

Nuovi guai giudiziari per l’Hotel Club Scannella di Forio d’Ischia, già noto alle cronache per precedenti violazioni. La Guardia di Finanza di Napoli, Sezione Aerea, ha eseguito un nuovo provvedimento di sequestro preventivo a carico della struttura. L’indagine, coordinata dalla Sezione “Edilizia ed Ambiente” della Procura, ha rivelato una serie di gravi illeciti, frutto di un’attività di aggressione al territorio isolano monitorata attraverso frequenti ispezioni dall’alto.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, scaturisce da accurate indagini tecniche disposte dalla Procura. Le accuse sono pesanti e includono lottizzazione abusiva materialeedificazione senza titolo in area a protezione integralecostruzioni illecite su demanio marittimo, realizzazione di discarica abusiva e il delitto di distruzione di bene paesaggistico. Tutte queste violazioni sono state commesse su un’area di elevato pregio paesaggistico e ambientale, soggetta a stringenti vincoli di tutela. Le indagini hanno rivelato che le edificazioni abusive e gli scavi nella falesia rocciosa, che occupa la costa di Forio d’Ischia dove sorge il complesso turistico, erano in corso ininterrottamente dagli anni ’80 fino all’attualità, nonostante il sito sia classificato a massimo rischio di frana.

Le attività investigative, che hanno incluso telerilevamento aereo e approfondite analisi documentali, hanno permesso di accertare ulteriori interventi edilizi non autorizzati, funzionali a una vera e propria trasformazione urbanistica del sito. Consulenze tecniche di esperti in urbanistica e geologia ambientale dell’Università Federico II di Napoli hanno confermato l’esecuzione di profondi e pericolosi scavi nella roccia naturale viva del costone, realizzati senza alcuna certificazione. Questi scavi hanno creato nuove volumetrie, cunicoli, tracciati, terrazzamenti, piscine scavate sulla piattaforma tufacea a livello del mare e grotte artificiali, stravolgendo l’orografia del territorio e modificando l’assetto geologico costiero. I rifiuti di queste lavorazioni venivano sversati direttamente nella falesia e nello specchio d’acqua prospiciente, creando cumuli subacquei evidenziati dai sommozzatori della Guardia di Finanza, con grave pericolo per la biodiversità. Le opere realizzate, prive di titolo abilitativo, hanno alterato in modo definitivo l’assetto del territorio e della linea geologica di costa, configurando una lottizzazione abusiva a scopo edificatorio su un complesso di 25.000 metri quadri con una volumetria totale di 3600 metri cubi e la produzione di circa 800 metri cubi di rifiuti. Questo provvedimento si inserisce in un più ampio contesto di controllo della Procura di Napoli volto a contrastare gli illeciti urbanistico-ambientali e a tutelare il patrimonio naturale e la pubblica incolumità.