I Campi Flegrei continuano a mostrare segnali di attività crescente. Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha confermato “un aumento della frequenza e della magnitudo dei terremoti e un aumento del degassamento”. L’annuncio è stato fatto durante un punto stampa dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) a seguito della scossa di magnitudo 4.6 avvertita a Napoli nella tarda mattinata di oggi, 30 giugno. Di Vito ha evidenziato come dal 2005 ad oggi le emissioni di anidride carbonica siano arrivate a 5.000 tonnellate al giorno, un valore altissimo e in progressivo aumento, indicando che “c’è un sistema profondo che si sta scaldando e pressurizzando e che è il motore di questo processo”.
La deformazione crostale dell’area, monitorata dalla rete GNSS, “continua con lo stesso andamento da aprile, con una velocità che registra il massimo valore al rione Terra”. I valori massimi dello scuotimento del suolo generato dal sisma sono stati registrati dalle stazioni accelerometriche di rione Terra, Bacoli e Monte Procida, confermando una maggiore intensità in queste zone.
Nonostante l’intensificazione della dinamica bradisismica, Francesca Bianco, direttrice del dipartimento vulcani dell’INGV, ha rassicurato riguardo a un rischio di eruzione imminente, affermando che “assolutamente non c’è”. La direttrice ha spiegato a Rainews24 che non sono presenti elementi ad alta densità e risoluzione che possano far pensare a una risalita magmatica nei primi chilometri della crosta. Ha ribadito: “non abbiamo movimenti di magma nei primi 4 chilometri della crosta”, evidenziando come “il vero cambiamento l’abbiamo cominciato a osservare intorno al 2022. Abbiamo osservato un incremento di tutti i parametri anomali, cioè le deformazioni che continuano e la sismicità aumenta”. La scossa odierna, secondo l’INGV, sarebbe stata in parte attenuata dalla presenza del mare.
