Sono passati esattamente 40 anni. Era il 20 ottobre del 1976 e Diego Armando Maradona esordiva da professionista a 15 anni (ne avrebbe compiuti 16 a fine mese).
Entrò in campo nella ripresa nella partita persa per 1-0 dal suo Argentino Juniors contro il Talleres di Cordoba. Quel giorno indossava la maglia numero 16 e poco dopo il suo ingresso realizzò un tunnel mandando in estasi i presenti nel vecchio stadio della Paternal a Buenos Aires.
In occasione della speciale ricorrenza (quel giorno infatti esordì colui che sarebbe diventato il migliore, almeno fino ad ora, giocatore del mondo), il quotidiano argentino Olé ha intervistato Maradona.
Mi ricordo che partii alle 10 del mattino da Villa Fiorito (la favela dov’è cresciuto, ndr) con l’unico paio di pantaloni che avevo, che erano di velluto a coste. Siccome faceva un caldo mostruoso, mi guardavano tutti sul treno, per strada, sull’autobus. Ma era l’unico che avevo. Non sapevo se sarei andato in panchina o se il tecnico Juan Carlos Montes mi avrebbe fatto giocare. Ho preso il treno, poi l’autobus, sono sceso alla stessa fermata di sempre e sono andato a piedi fino alla sede. Giocavamo contro il Talleres di Cordoba, all’epoca una grande squadra. Durante la gara, Montes mi disse: “Preparati, ragazzino”, perché stavamo perdendo per 1-0. Mi sono chiesto se si riferiva a me, ma siccome ero l’unico ragazzino presente, ho iniziato a scaldarmi. Ma non più di 30 secondi, perché poi mi ha subito fatto entrare al posto di Ruben Giacobetti.
