Uno degli organizzatori a Vocedinapoli.it: "Non abbiamo assistito a violenze, controllare tutto il territorio sarebbe stato impossibie"
Venerdì 26 marzo i riders di tutta Italia sono scesi in piazza per far rispettare i loro diritti di lavoratori. Una mobilitazione che ha interessato le principali città italiane organizzata dalla rete RiderXiDiritti, nata dalla volontà di porre fine all’intermediazione illecita e lo sfruttamento dei lavoratori.
“Un contratto vero e proprio, con tutele reali, concrete garanzie, equità e rispetto del loro lavoro”, queste le richieste che hanno mobilitato migliaia di riders riunitisi nelle tante piazze italiane. A Napoli in tanti hanno risposto alla ‘chiamata nazionale’ e hanno manifestato per condizioni di lavoro migliori tra piazza Municipio e via Medina. Tutti uniti dallo stesso desiderio: un contratto di lavoro con più garanzie rispetto alle condizioni precarie attuali.
Se da un lato si è assistito a una mobilitazione unita e compatta, soprattutto perché mossa dai medesimi interessi, non sarebbe mancata una nota stonata. Secondo diverse segnalazioni fatte a Vocedinapoli.it da parte di persone che hanno preferito restare anonime, nel corso della giornata di venerdì ci sarebbero stati riders che, avendo scelto di lavorare senza aderire allo sciopero, sarebbero stati minacciati per strada. “Se ci vedevano lavorare – dice un rider a Vocedinapoli.it – ci fermavano e ci dicevano di tornare a casa. C’è chi ha avuto paura di essere aggredito e quindi ha preferito tornare a casa e non lavorare“. “Una brutta nota dolente – racconta un altro rider – in una giornata in cui chi voleva poteva scioperare, ma chi preferiva di no, poteva continuare a lavorare“.
Episodi analoghi sono stati segnalati anche a Milano. Nello specifico un rider è stato malmenato nel giorno dello sciopero in via Dante perché aveva scelto di lavorare. Si tratterebbe, dunque, di una ‘nota stonata’ in un giorno di manifestazione generale che doveva servire a ottenere tutele maggiori. Racconta di non aver assistito ad alcuna aggressione Massimo Ostuni, uno dei rider che ha organizzato la manifestazione a Napoli lo scorso 26 marzo. “Noi abbiamo manifestato per far valere quelle che sono le nostre richieste, abbiamo cercato di coinvolgere quante più persone possibili. Personalmente – spiega a Vocedinapoli.it Ostuni – la sera ero in piazza Municipio e mi sono trovato a informare altri colleghi riders che prendevano le consegne della protesta che era in atto, chiedendo loro se volessero partecipare. Chiaramente c’è stato chi ha preferito non partecipare. Sul fenomeno delle minacce onestamente non sapevo nulla, lo scopro ora. Purtroppo la città è grande e noi come organizzazione non abbiamo potuto controllare l’intero territorio“.
Episodi che non arrestano la voglia di continuare a manifestare per i propri diritti. Le proteste, infatti, come spiegato da Ostuni continueranno: “La manifestazione non si è conclusa venerdì. Ora c’è un po’ di confusione perché è uscito il contratto di Just Eat che non è piaciuto a tutti, poiché non soddisfa realmente quelli che sono i requisiti di un reale contratto subordinato, per cui vedremo come muoverci“.

