Una storia a lieto fine è quella di una lettrice di Vocedinapoli.it che ha voluto raccontarci la sua esperienza. E’ la storia di una donna incinta che ha scoperto di essere positiva al Coivd-19 poco prima del parto, alla 38esima settimana. Prima di sottoporsi al tampone aveva organizzato il parto in una clinica privata, ma la sua condizione l’ha costretta a essere ricoverata in ospedale.
La prima sensazione provata, ci racconta in una lettera inviata al giornale, è stata quella di paura e smarrimento. Aveva pianificato il parto in un determinato modo e dall’oggi al domani ha dovuto rivedere i suoi piani, dando alla luce lontana dalla sua famiglia. Il bambino è nato lo scorso 17 marzo e sta bene, così la madre ha voluto condividere la sua storia, per rincuorare chi si trova a dover vivere una simile situazione ma anche per ringraziare il personale medico sanitario: “Ho trovato degli angeli”.
Pubblichiamo integralmente la lettera che la neomamma ci ha inviato
“La mia esperienza è da ricondurre a mercoledì 10 marzo…38settimane!
Primo tracciato, visito la clinica dove dovrò partorire: ”Molto bella, pulita, mi ci troverò bene”.
Parlo con il dottore che dovrà assistermi al parto! Tutto pronto, tutto organizzato, tutto secondo i piani!
Mercoledì 10 marzo ore 20 circa…risultato del tampone molecolare: POSITIVA AL
COVID! Mi cade il mondo addosso, mille parole, paranoie, e mi ripeto insistentemente: “non voglio partorire al policlinico, non voglio partorire al policlinico”.
Inizio a mettermi a letto per non provocare dolori, contrazioni, con la speranza che il Piccolo aspettasse a nascere nel momento in cui mi sarei negativizzata!
Ma lui voleva nascere!!!! E così si dà avvio ad una lotta tra me e lui, in cui io non accetto la sua nascita, mentre lui vuole venire al mondo a tutti i costi!
E arriviamo a sabato 13 marzo. Il primo cenno: ci siamo quasi allora, a breve ci saremmo conosciuti! E qui si da inizio alla procedura Covid per gestanti positive. Saluto i miei amori: mia figlia, mio marito con le lacrime di chi andava a fare una guerra senza ritorno!
Trasporto in ambulanza, arrivo in ospedale! E qui che trovo i miei Angeli!
Non trovo le parole per descrivere il lavoro di queste persone: dottori, ostetriche, infermiere, personale oss! Loro mettono in campo prima la persona e poi la professione, diventano tutto in quel momento, una spalla, una mano, un braccio, un cuore, un respiro, tutto! Sono grata a loro, alla mia squadra fortissima di sole donne, che mi hanno aiutato in tutti i modi per dar alla luce il mio piccolo in tutta serenità, in allegria, in amore, senza farmi sentire nemmeno un attimo la pesantezza del luogo, del momento, del virus!
Li ringrazio e non saprei quante volte glielo ripetuto, e glielo avrei ripetuto fino all’infinito!
Ho aspettato 4 giorni, interminabili, prima di vederti per la prima volta!
Sei nato il 14 marzo ma per me il giorno più importante è stato il 17 marzo 2021, giorno in cui per la prima volta ci siamo conosciuti. Oggi, ancora positiva, non conosco il tuo odore ma sono grata alla vita perché vedo i tuoi occhi dove ogni giorni mi innamoro perdutamente“.

