Due genitori giovanissimi, ventisei anni mamma Stefania e ventitré papà Luigi, primo figlio Antonio, moltissima gioia e poi la scoperta di una terribile patologia, imprevedibile. Una malattia genetica, la Sma 2 (Atrofia muscolare spinale).

Oggi Antonio ha dieci anni, la malattia lo ha costretto sulla sedia a rotelle, ma i genitori non hanno mai perso le speranze. Una vera sfida, non sapevano dove cominciare e a chi rivolgersi, l’approccio con la rete ha rivelato tutte le problematiche di una malattia sconosciuta ma ha dato anche un vero supporto morale “Per nostra fortuna abbiamo trovato il numero dell’associazione Famiglie Sma ed è allora che dinanzi ai nostri occhi si è dischiuso un mondo: tanti genitori che avevano già vissuto la nostra situazione. Non ci siamo sentiti più soli. L’esperienza degli altri può essere d’aiuto: ti rende meno fragile. Eppure non si sono mai arresi come rivela Stefania: “Però aveva una luce speciale negli occhi e quell’ottimismo che non l’ha mai abbandonato. Che gran chiacchierone che era, non la finiva mai di parlare. Era impossibile essere tristi quando ci trovavamo in sua compagnia. Ci ha contagiato”.
Le preoccupazioni sono aumentate quando i due genitori hanno saputo di aspettare un altro bambino, ma la famiglia ha ricevuto tutto il supporto di Aiello del Sabato (provincia di Avellino): “Un paesino che è stato la nostra fortuna. Conoscevamo il sindaco Ernesto Urciuoli e anche il vicesindaco, Sebastiano Gaeta, un caro amico. Quando abbiamo parlato di Antonio, si sono subito dimostrati tutti solidali e attenti. Ora la scuola elementare che frequenta nostro figlio ha un’ascensore per disabili e nel cortile c’è un’altalena fatta apposta per lui. Ogni volta che ci sale sopra, è il bambino più felice del mondo. Stanno lavorando persino sui marciapiedi per abbassarli e abbattere quest’ulteriore barriera architettonica”.
