La moglie del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega è stata ascoltata come testimone della parte civile nel processo per l’omicidio del marito che vede imputati Finnegan Lee Elder e Gabriele Natale Hjorth. “Ricordo mio marito su un lettino di ospedale con un coperta sul corpo. Gli ho chiuso gli occhi e gli ho dato l’ultimo bacio. Sono rimasta con la testa poggiata sul suo petto come quando ci addormentavamo. Mi aveva promesso che la domenica successiva mi avrebbe portato al mare ma lo hanno ucciso”.
La vedova Cerciello Rega ha mostrato ai giudici della prima corte d’Assise il portafoglio con la placca di riconoscimento del marito con ancora macchie di sangue. “Mario – ha detto Rosa Maria Esilio – metteva sempre il portafoglio nella tasca davanti cosi’ come le manette. Anche quella sera fece cosi’ e aveva sempre un borsello. Quella sera cenammo e mi saluto’ affettuosamente per andare a fare il turno di notte. Quello fu il nostro ultimo saluto. Nel corso di quella notte ci siamo sentiti telefonicamente due volte”.
La vedova Cerciello Rega racconta cosa è accaduto la notte in cui il marito è morto
Nel corso della testimonianza la donna ha raccontato cosa avvenne la notte del 26 luglio dello scorso anno. “Alle quattro di mattina mi chiamo’ mio cognato Paolo per dirmi che era successo qualcosa a Mario e che lo stavano operando. Chiamai la caserma di piazza Farnese e dalla voce del piantone ho capito che era successo qualcosa di grave. Ho preso un taxi e sono andata al pronto soccorso del Santo Spirito, con me avevo solo un rosario. Dopo un po’ un infermiere mi si avvicino’ per darmi una bustina con dentro la fede di mio marito, una catenina e un bracciale. Ero in attesa e notai su un muretto il portafoglio e le manette ma mi dissero che non le potevo prendere”. La vedova del vicebrigadiere ha poi aggiunto: “andai dai medici che mi dissero che Mario era morto e che avevano fatto di tutto per salvarlo“, ha concluso.

