La moglie di Pasquale Apicella, Giuliana Ghidotti, è tornata a parlare dopo il funerale del marito. In un’intervista a La Repubblica ha raccontato cosa sta provando in questo momento, com’è cambiata la sua vita e quella dei suoi figli che dovranno crescere senza un padre.
Le parole della vedova Apicella
La vedova Apicella ha raccontato chi era Pasquale, dal suo amore per la divisa “era nato per fare il poliziotto”, dice “era nato per proteggerci e per proteggervi”. Descrive il marito come un uomo sempre sorridente e pronto ad aiutare gli altri. Poco prima della sua morte si era impegnato a riempire le “ceste solidali” per aiutare chi è stato colpito da questa crisi e ha perso il lavoro.
Quando pensa ai banditi che il marito ha provato a fermare quella maledetta sera, spiega che non riesce in questo momento a pensare al perdono: “Cosa penso di queste persone preferisco non esprimerlo. La parola perdono non è contemplata al momento nel mio dizionario. Mi hanno tolto tutto. Il mio compagno, mio marito, l’amore della mia vita e il padre dei miei figli. Una persona piena di amore e buon senso. Hanno tolto un figlio a una madre e un padre, un fratello a due sorelle, l’amico di tutti. Un’anima buona che ha sempre cercato di aiutare tutti. Hanno spento il sole della mia vita e quella dei miei figli”.
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Si augura che restino in cella a vita: “Ebbene, io spero che restino in cella dove è giusto che siano. Mi auguro il carcere a vita. Non devono tornare a casa come non è più tornato mio marito. In questo momento pensano di avere una scelta che purtroppo mio marito non ha più. Quella di tornare a casa dalla sua famiglia”.
La vedova Apicella ha voluto ringraziare il grande affetto che ha ricevuto in questo momento così tragico, anche dai cittadini, da chi non ha potuto fare a meno di dimostrarle tutta la propria vicinanza. Ai suoi figli, ha spiegato, parlerà di un padre che è stato un eroe: “Mio marito era un eroe e tutto quello che in questi giorni è stato detto di lui confermerà solo la grande e buona persona che era”.
