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Cari amici l’eccellenza non s’improvvisa

In questi giorni di quarantena mi è capitato di vedere salire sul pulpito, ossessionato dal web e dalla tv, scienziati, politici, giornalisti, e chi più ne ha più ne metta ma ho anche osservato con grande interesse e curiosità il “successo”popolare che alcuni medici hanno vissuto.

La scena che senza dubbio mi ha più colpito risale agli albori dell’emergenza ed è stata la diatriba tra Paolo Ascierto, primario al Pascale e il prof Galli dell’Università di Milano. L’umiltà del medico sannita e la spocchia del luminare di Milano sono stati i due tratti predominanti di quella brutta pagina televisiva. Non intendo soffermarmi su questa vicenda ma su Ascierto mi sento di dire qualcosa in più forse perché per molti di noi è fondamentale ascoltare i suoi consigli rispetto alle previsioni di alcuni scienziati che ad inizio emergenza definivano il covid 19 una banale influenza.

Molti di loro hanno conosciuto, apprezzato e addirittura venerato Paolo Ascierto e la sua grandezza solo quando è scoppiata la pandemia. Tutti noi abbiamo conosciuto il farmaco per la polmonite: il tocilizumab, quella felice intuizione applicata ai pazienti con polmonite severa affetti da covid portata avanti con i compagni di viaggio Buonaguro, Montesarchio e Parrella fino ad arrivare all’ok della sperimentazione in tempi brevissimi. Ma Paolo, come lo chiamano gli amici, era un nostro orgoglio mondiale già prima del Covid. Era già un “nome” nel campo della ricerca medico scientifica e non lo dico io ma io suoi tanti lavori pubblicati su Pub med, il database della letteratura scientifica mondiale

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Basti pensare che nella lotta contro il melanoma, uno dei tumori più aggressivi, è primo in Italia su 4 mila specialisti, secondo in Europa su 25 mila, e quarto nel mondo su 65 mila. Per essere più diretti, senti parlare di lui se hai la sfortuna di combattere contro un melanoma in stadio avanzato e le uniche parole che ascolti sono queste: ”Vai da Paolo Ascierto, lui con l’immunoterapia al Pascale sta ottenendo buoni risultati. Vai da lui!”.

Purtroppo queste parole le ho ascoltate anche nella mia famiglia e posso dirvi con grande sincerità che danno tanta forza e speranza Per un medico oncologo salvare vite umane o quanto meno allungarne la sopravvivenza è una missione quotidiana. Accendere una luce di speranza concreta grazie alla ricerca credo sia questa la vera grandezza di un medico come Ascierto. Tutto ciò significa missione, dedizione e soprattutto passione. Questa brutta pandemia come tutti ci auguriamo finirà presto e noi ci apprestiamo a vivere la famosa fase 2 e tutti noi saremo messi alla prova. Vorrei però con grande umiltà rivolgere un invito a sostenere i nostri medici sempre, soprattutto domani quando tutto sarà finito e quegli eroi continueranno a salvare vite umane, Ascierto compreso.

Cari amici l’eccellenza non s’improvvisa