Il mistero degli audio su Whats App, la perquisizione per armi e cellulari, i collegamenti via Skype e le misure contro il virus
I parenti e familiari dei detenuti che ieri hanno protestato all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere hanno denunciato atti di violenza subita dai loro parenti reclusi. A riportare la notizia è stato Il Mattino.
Sempre ieri, dopo aver manifestato all’esterno del carcere casertano, una piccola delegazione ha fatto il suo ingresso nel carcere per parlare con il Direttore. Alla base della protesta ci sono le condizioni di disumanità, scarsa igiene e sovraffollamento che caratterizzano il penitenziario.
Situazione resa ancora più esplosiva dall’emergenza causata dal coronavirus. È da un mese che i detenuti in molti penitenziari d’Italia sono in mobilitazione per un doppio fronte, da una parte avere l’opportunità di comunicare con i parenti, dall’altra la possibilità per alcuni di scontare la pena ai domiciliari.
“Di qua ce ne andiamo solo se riattivano le videochiamate. I nostri parenti sono stati picchiati, alcune di noi non hanno loro notizie da tre giorni, vogliamo delle risposte“, ha detto una delle donne rivoltose.
Ci sarebbe poi un doppio mistero, uno relativo ad una perquisizione avvenuta nel carcere e che avrebbe permesso agli agenti della Polizia penitenziaria di trovare armi e cellulari. L’altro ha riguardato degli audio diventati virali sulle chat e che dimostrerebbero le violenze subite dai detenuti.
“Non mi fanno videochiamare perché ho un occhio nero, mi hanno picchiato, ma io non ho neanche preso parte alla protesta; stavo lavorando“, avrebbe affermato un detenuto; “Tuo fratello è in isolamento, lo hanno massacrato“, avrebbe detto un altro recluso. “Mi hanno spezzato una costola, sto malissimo“, avrebbe raccontato un altro carcerato. Su tutta la vicenda sta indagando la magistratura anche ad una denuncia fatta in Procura dal Garante per i Diritti dei Detenuti della Campania Samuele Ciambriello.
Intanto le donne che hanno manifestato e protestato all’esterno del carcere rischiano una doppia denuncia: quella per infranto le regole anti-covid19 e quella per aver dato vita ad un sit-in non autorizzato fuori al penitenziario.

