Trascorsa la prima serata, questo Sanremo 2020 pare proprio essere destinato a far parlare di sè per molto tempo. Protagonista indiscusso della kermesse di ieri (quanto dei post e memes apparsi oggi sui social), è sicuramente Achille Lauro, il nostro “David Bowie” di borgata.
Calcare il palco dell’Aritson a piedi nudi non è certo una novità, sono tanti gli artisti che nel corso della storia del Festival lo hanno fatto, da Anna Oxa nel 2001, a Marina Rei nel 2006 a Karima nel 2009. Calcare il palco dell’Ariston a piedi nudi ed in una mini tuta aderentissima e glitterata (che lasciava bel poco spazio all’immaginazione), è decisamente una novità.
“Non vorrei dire troppo su quello che si vedrà a Sanremo ma ‘Me ne frego?’ è uno stile di vita che può essere inteso in vari modi: dalla storia sentimentale al giudizio degli altri”, aveva già preannunciato l’artista nel corso di un’intervista a Rolling Stone.
Controverso e discusso, Achille Lauro ha iniziato la sua performance con un mantello scuro che durante il primo ritornello ha poi lasciato scivolare a terra, rivelando un outfit che ha scatenato un putiferio mediatico. Lo stesso quotidiano Libero, ha messo alla gogna il cantantante (com’era prevedibile), pubblicando il resoconto della serata con il titolo: “Sanremo 2020, Achille Lauro inguaia Amadeus: “Spettacolo indegno, non è roba da prima serata“.
Ma il cantante anticonformista “se ne frega” e su Instagram spiega le motivazioni del suo outfit:
Per quanto concerne il mantello, Lauro lo ha indossato con l’intento di evocare “La celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di San Francesco della basilica superiore di Assisi. Il momento più rivoluzionario in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà”.
Valori che diventano il messaggio della sua performance sbalorditiva ma che forse, contrastano leggermente con i valori preposti alla base del messaggio francescano, se si pensa al fatto che il mantello in questione è un costosissimo capo firmato Gucci. Ad ogni modo, Achille Lauro è una delle poche vere nuove “Rock Star” che il panorama musicale italiano ha partorito, quindi qualche contraddizione possiamo pur perdonarla.
Per quanto riguarda la tutina sgargiante e super stretch, potremmo spiegarlo con una affermazione dell’autore di Rolls Royce: “È dalla musica che nasce la mia concezione dell’arte, dello scrivere, del dipingere e dell’utilizzare il mio stesso corpo come una vera e propria opera“.
Fiumi di commenti sui Social a seguito della sua esibizione sanremese, tra chi lo osanna: “Dopo aver visto Achille Lauro tutto il resto è noia!” scrive un utente su Instagram. “Non c’è niente da fare raga: Achille Lauro vive nel 3000” commenta un altro utente su Facebook, o ancora “Dopo Achille Lauro pubblicità per riprendersi da tante emozioni”,”È avanti anni luce”.
Come si è detto, il cantante e scrittore (da poco ha pubblicato una sua biografia dal titolo “Sono io Amleto” edito da Rizzoli), non è stato privo di sbeffeggiamenti, tra chi l’ha paragonato al look di Britney Spears in Toxic, chi l’ha photoshoppato accanto a Shakira e Jennifer Lopez (star del SuperBow) e chi al suo posto, avrebbe preferito vedere in tutina in lamé scintillante Diletta Leotta.
Assolutamente fuoriluogo il commento di Simone Pillon, che già ieri sera pubblicava una foto di Vasco Rossi al Festival accostato ad Achille Lauro, chiedendosi: “cosa è andato storto negli ultimi 30 anni?”.
Eppure il paragone con Vasco nazionale sussite ed è immediato se si pensa che anch’egli, pur non essendo stato particolarmente apprezzato durante il suo primo ed unico Festival di Sanremo, ha scritto poi la storia del rock italiano e soprattutto, proprio come Achille Lauro, è sempre stato “fuori dagli schemi”.
Nel Paese dei perbenisti, dove il richiamo alla blasfemia è facile, il compito dell’arte e di una performance nello specifico, dovrebbe essere quella di non lasciare indifferenti. La canzone, quanto l’esibizione di Lauro, può piacere o meno, ma è senza dubbio un inno a “fregarsene” del giudizio degli altri, spesso spietato verso chiunque desideri esprimere la propria personalità liberamente.
Nonostante la facile ironia che si può fare in merito, al cantante va sicuramente un plauso, poichè essendo un forte eco per le nuove generazioni, può dare coraggio ai giovani affinchè trovino la forza di esprimersi pienamente senza l’ossessione di omologarsi, di reprimersi. “Me ne frego” (con performance in tutina annessa) può essere intesa quindi anche come un inno alla diversità e alla volontà di liberarsdi del giudizio della gente che a volte, soprattutto ai più piccoli, può fare veramente male.

