Si trova presso la Clinica Neurologica dell'Università Luigi Vanvitelli diretta dal professore Gioacchino Tedeschi. A dirigerlo il professor Lavorgna
La notizia è arrivata pochi giorni dopo la storica sentenza della Corte di Cassazione secondo cui coltivare cannabis in casa per uso personale non è reato. Di conseguenza, anche in un contesto che potremmo definire ‘stupefacente’ Napoli si è dimostrata un’avanguardia. Ma attenzione, non stiamo parlando dell’aspetto ludico della questione, ma di quello medico.
Esatto, dell’uso della cannabis per scopi clinici e terapeutici. Così, come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, è nato a Napoli il primo ambulatorio pubblico d’Italia dove si cura il dolore attraverso la somministrazione di cannabis. L’uso di quest’ultima in ambito sanitario non è affatto una questione nuova. Se ne parla da tempo e tanti paesi prima del nostro hanno iniziato ad utilizzare l’estratto della pianta per fini medici.
Anche nel Belpaese tempo fa è stata autorizzata per legge la coltivazione di Stato, gestita in Toscana dall’esercito, dove è cresciuta la cannabis terapeutica. Ma i quantitativi non bastano e di conseguenza l’Italia è costretta a comprarne ancora diversi quantità dall’estero. Ma torniamo a Napoli e all’ambulatorio gestito dal professor Luigi Lavorgna.
Quest’ultimo sta lavorando presso I Clinica Neurologica dell’Università Luigi Vanvitelli diretta dal professore Gioacchino Tedeschi. Ogni martedì Lavorgna accoglie presso l’ambulatorio decine di pazienti. “Mi contattano dalla Basilicata, dalla Calabria, dalla Puglia, dall’Abruzzo per prenotare una visita. Di solito consentiamo una lista di attesa che non vada oltre il limite temporale del mese, ma se dovesse presentarsi l’urgenza di far fronte ad una richiesta crescente di prenotazione, dovremo incrementare i giorni di attività“, ha affermato.
In tanti necessitano di terapie contro dolori molto forti causati da specifiche patologie contro le quali nono servono i soliti farmaci. “Basta contattarci al numero 800.177.780, dal lunedì al venerdì, per chiedere un appuntamento. La cannabis dal punto di vista fisiopatologico ha una incidenza pressoché rilevante. Ma non tutto va risolto con essa. La cannabis terapeutica non ha un effetto psicoattivo. Non c’è alcun rischio per quanto riguarda la dipendenza poiché la cannabis terapeutica non contiene sostanze che agiscono sul cervello, ma esclusivamente sul sistema nervoso periferico“, ha dichiarato Lavorgna.
La cannabis può essere prescritta e somministrata attraverso infusi, come un estratto oleoso da spalmare sul pane e decotti. “Forniamo un piano terapeutico in formato elettronico presente sulla piattaforma Saniarp della Regione Campania che raccoglie tutte le farmacie e i presidi del Servizio sanitario nazionale. Poi il paziente si reca dal medico curante che a sua volta effettua la prescrizione per le farmacie. Si tratta di una opzione terapeutica trasparente validata scientificamente e autorizzata da istituzioni pubbliche, proprio per consentire ai pazienti di poter accedere con facilità a queste nuove terapie“, hanno concluso dall’ambulatorio della Vanvitelli.

