Era in intimità con il fidanzatino quando è stata ripresa a sua insaputa e il filmato è stato diffuso sui social. La dodicenne, assieme ai genitori, ha sporto denuncia ai carabinieri. Le immagini sono, infatti state inviate via whatsapp dal suo ragazzo non ancora 16enne e due amici 14 anni, che dovranno ora rispondere, rispettivamente, di abusi sessuali e diffusione di materiale pornografico.
I fatti, come riporta Il Mattino, sono accaduti alla fine dello scorso anno scolastico in una scuola media napoletana. E’ una docente a convocare i genitori della ragazzina, preoccupata per il malessere di una delle sue alunne. I genitori avevano però già percepito che qualcosa non andasse.
Il racconto della ragazzina
“Mi accorgo che uno degli amici che era con noi quel pomeriggio ci stava filmando con il telefonino cellulare, mentre ero in disparte con il mio fidanzato. Me ne sono accorta, mi sono arrabbiata, ho chiesto di cancellare tutto. Fatto sta che lo ha fatto davanti a me, rimuovendo il video anche dal remoto, dal cestino, e pensavo che fosse finita lì. Mi sono arrabbiata, ho mandato a quel paese quelli che ritenevo essere i miei amici e sono andata a casa”. I genitori della dodicenne, dopo il racconto disperato della figlia, contattano i familiari dei ragazzi che hanno ripreso tutto, ottengono le loro scuse, ma soprattutto la promessa di rimuovere ogni copia del video. Poi, per precauzione, decidono di rivolgersi comunque ai carabinieri.
Il giorno dopo però la 12enne capisce che, prima di cancellarlo, l’autore del filmato l’ha girato agli amici. “Mediante l’applicazione whatsapp, avendo ricevuto da omissis, il filmato veniva divulgato a numerosi amici e quindi diffondeva le relative immagini ad un numero imprecisato di persone”, scrive il pm dei minori Raffaella Tedesco. Ora il fidanzatino è indagato per abusi sessuali e chiede scusa alla famiglia della ragazza dinanzi ai carabinieri. Gli altri due indagati ora sono passibili di un processo per diffusione telematica di immagini di minori a sfondo sessuale. Si attendono le conclusioni della Procura.

