Gigi D’Alessio parla della sua carriera. Il cantante napoletano in una lunga intervista al settimanale Di Più ha parlato del percorso che ha fatto, da quando era solo un giovane ragazzo che sognava di diventare un artista, le difficoltà incontrate, ma soprattutto i pregiudizi.
Oggi, che può dire assolutamente di avercela fatta, ha rivelato alcuni particolari del suo passato, degli ostacoli che ricorda ancora bene, come il fatto di essere stato definito neomelodico, anche da colleghi, soltanto per il fatto di essere di Napoli. “So di essere fortunato, ma per anni mi è mancato il riconoscimento del mio lavoro da parte dei colleghi e dei critici. Le cattiverie che hanno detto e scritto su di me mi hanno ferito. Per anni sono stato etichettato come cantante neomelodico solo perché sono di Napoli. Nulla contro i neomelodici, ma io non sono un neomelodico”.
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L’analisi di D’Alessio è molto chiara, il cantante dice di essere stato definito con un termine che non descrive la sua musica, semplicemente per essere napoletano. Sarebbe stato diverso, invece, se fosse nato a Milano, in quel caso avrebbero dato il giusto nome alla sua musica: “Se fossi nato a Genova, Roma o Milano sarei stato considerato un cantautore, invece poiché sono di Napoli sono sempre stato considerato un neomelodico. E’ stato un modo per ghettizzarmi“.
Il cantante napoeltano, però, ha voluto spiegare, a scanso di equivoci, che sa di essere fortunato a essere nato in una città come Napoli: “Io sono fortunato a essere nato a Napoli. Non è stata Napoli a farmi male, ma chi mi snobbava perché ero napoletano e cantavo in napoletano. (…) E venivo snobbato anche dai colleghi italiani: ho iniziato a fare duetti da pochi anni e non ha idea di quanti “no” ho ricevuto in passato. Niente nomi ma le assicuro che tutti i no bruciano, sia che arrivino da un grande cantante sia che arrivino da un piccolo cantante”.

