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Condanne omicidio Cucchi, Salvini: “La droga fa male”. La sorella: “Non c’entra con la morte, querela”

Alla notizia delle condanne ai due carabinieri per l’omicidio di Stefano Cucchi, l’ex ministro Matteo Salvini ha commentato che rispetta la famiglia ma il caso “dimostra che la droga fa male”.

Che c’entra la droga? Salvini perde sempre l’occasione per stare zitto“, ribatte Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, in diretta a Circo Massimo, su Radio Capital. “Anch’io da madre sono contro la droga, ma Stefano non è morto di droga. Contro questo pregiudizio e contro questi personaggi ci siamo dovuti battere per anni. Tanti di questi personaggi sono stati chiamati a rispondere in un’aula di giustizia, e non escludo che il prossimo possa essere proprio Salvini“.

I due carabinieri Raffaele Di Bernardo e Alessio D’Alessandro sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale nel processo per la morte di Stefano Cucchi. L’imputato-teste Francesco Tedesco è stato condannato a due anni e sei mesi per falso ed è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale nel processo per al morte di Stefano Cucchi. E poi, una assoluzione e quattro prescrizioni.

LA VICENDA – Cucchi era stato arrestato il 15 ottobre del 2009 a Roma, trovato in possesso di 28 grammi di hashish e qualche grammo di cocaina. Dopo la perquisizione della sua stanza, non trovando altra droga, Stefano fu condotto in caserma. Il mattino seguente durante il processo per direttissima il giovane presentava evidenti ematomi, non riuscendo a parlare e con difficoltà anche a deambulare. Nonostante le sue condizioni il giudice convalida l’arresto. Stefano viene condotto nel carcere di Regina Coeli, le sue condizioni peggiorano, il 17 viene portato al Fatebenefratelli di Roma, viene chiesto il ricovero ma lui rifiuta. Viene infine ricoverato presso l’ospedale Sandro Pertini dove muore il 22 ottobre.

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