Due operazioni della polizia di Napoli contro il clan. La prima riguarda, da parte del personale della Squadra Mobile della Questura di Napoli, di un’ esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia, ha proceduto all’arresto di Mazzarella Francesco, nato a Napoli il 17.06.1973, per il delitto di omicidio di Attanasio Giovanni, commesso l’ 8.06.1998.
Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di una mirata attività di indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica, che ha permesso di individuare, anche attraverso le dichiarazioni del collaboratore di giustizia MAGGIO Salvatore, esecutore materiale dell’omicidio, il ruolo di mandante ricoperto dal destinatario dell’ordinanza cautelare.
In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che il Mazzarella Francesco, a capo dell’articolazione dell’omonimo clan, radicata ed operante in Piazza Mercato e zone limitrofe, ordinava l’omicidio dell’Attanasio Giovanni poiché persona ritenuta appartenente e comunque contigua all’avverso clan Rinaldi, in una logica di dura e violenta contrapposizione tra le due organizzazioni criminali, risalente agli novanta e perpetuatasi sino ad oggi, finalizzata ad affermare il predominio assoluto su territori compresi tra San Giovanni a Teduccio ed il centro storico di Napoli.
La seconda, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, di Napoli, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso in data 14.6.2019 dalla Procura Distrettuale – Direzione Distrettuale Antimafia – di Napoli, nei confronti di:
GAROFALO Ciro (cl.1972);
GEMEI Gaetano (cl.1986);
MICILLO Marco (cl.1978)
LIGUORI Rosaria (cl.1971);
RAPICANO AIELLO Lorenzo (cl.1961);
DELLA PORTA Gaetano (cl.1951);
SALVIA Pasquale (cl.1982),
gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di estorsione e tentata estorsione, con le aggravanti di avere agito in più persone riunite e di cui all’art 416 bis 1 c.p. per avere commesso il fatto al fine di agevolare le attività di un’associazione di tipo camorristico operante tra l’altro nella zona della Maddalena e avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà promananti dall’associazione di cui all’art.416 bis c.p. ossia eseguendo il fatto con metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia, sono state avviate da personale della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. Vicaria – Mercato a seguito delle dichiarazioni rese da alcuni venditori ambulanti del mercatino rionale del quartiere Maddalena che hanno denunciato di essere stati vittime, taluni dal 2017 ad oggi, di reiterate minacce estorsive perpetrate da soggetti che hanno fatto valere l’appartenenza al gruppo Ferraiuolo, legato alla cosca Mazzarella, operante nei quartieri Forcella e Maddalena.
In particolare, le investigazioni hanno permesso di riscontrare n.7 estorsioni in pregiudizio di venditori ambulanti costretti a versare somme variabili da 20 a 210 euro, a titolo di tangente settimanale, e taluni anche ulteriori somme (50 euro) in occasione delle festività natalizie e pasquali, per esercitare l’attività di vendita di merce sulle bancarelle del mercato della Maddalena, nonché n.4 tentate estorsioni in danno di venditori i quali, nonostante le minacce rivolte nei loro confronti, talvolta anche di morte “se non paghi ti sparo e ti ammazzo”, si rifiutavano di pagare denunciando gli accadimenti all’Autorità.
Espletate le formalità di rito, i fermati sono stati associati presso la casa circondariale di Napoli – Secondigliano, ad eccezione di LIGUORI Rosaria che è stata ristretta presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere (CE).
In data 20 giugno 2019, il G.I.P. del Tribunale di Napoli, a seguito di richiesta di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei 7 fermati, nonché di D’ANDREA Antonio (cl.1972) e LUCCI Vincenzo (cl.1970), entrambi già detenuti per altra causa.

