L'appoggio alla ministra grillina per il Sud in merito alla nomina del nuovo commissario di Bagnoli. L'allarme dissesto. All'orizzonte le elezioni
Terminati i due mandati, Luigi De Magistris non potrà più ricandidarsi come sindaco di Napoli. Di conseguenza Dema dovrà indicare un nome nuovo per la poltrona più importante di palazzo San Giacomo.
Nel frattempo “Giggino” deve limitare i danni fatti dalla sua disastrosa amministrazione. Il sindaco arancione lascerà una città dai servizi pubblici inesistenti e dalle casse vuote. A proposito, proprio in questi ultimi giorni, la Corte dei conti ha dato parere negativo sul decreto “salva Napoli“, provvedimento che dovrebbe evitare il dissesto finanziario del comune.
Insomma l’eredità politica di De Magistris sarà rappresentata dall’assenza di manutenzione dell’infrastruttura pubblica, dal fallimento del trasporto pubblico, dal crollo delle politiche assistenzialiste e di welfare, dalle strade non asfaltate e piene di buche, dall’interruzione dei lavori in via Marina, dall’inesistenza di un corretto censimento del patrimonio immobiliare comunale, dall’assenza di strutture sportive adeguate, da nessuna nuova infrastruttura, da nessun nuovo stadio, con una villa comunale che è ancora un cantiere aperto, con tutti gli altri (sono molti) cantieri ancora aperti, con molta spazzatura in strada, e per finire con le tasse da pagare tra le più alte d’Italia.
Eppure nella mente del sindaco è molto probabile che questo tragico contesto non ci sia. L’assenza di una valida alternativa politica ha consentito al primo cittadino di approfittare di una sorta di assuefazione che ha colpito gran parte della cittadinanza partenopea. È come se molti cittadini siano preda di un'”apatia civica” che li ha resi inermi alle azioni compiute (o non compiute) dalle istituzioni. De Magistris sta vivendo in una realtà temporale tutta sua:
il presente è la sua propaganda arancione e populista. Quella che ha narrato una città autonoma e del popolo, in realtà anarchica e alla quale bastano i turisti. Una città che deve difendersi dai nemici di sempre, il governo di turno, i poteri forti, il capitalismo, il Nord brutto, sporco e cattivo. Il passato è invece una bandiera da sventolare per ricordare all’opinione pubblica come Napoli è stata rovinata dalle amministrazioni precedenti. Per la serie: “Lamentatevi pure ma ricordatevi che mi avete eletto perché quelli di prima vi facevano schifo“.
Il che sarà anche vero, ma De Magistris avrà forse dimenticato che in occasione della sua rielezione è stato votato dal 30% degli elettori e alle urne si è recato appena il 40% dei cittadini. Numeri impietosi per un sindaco ricandidato a un secondo mandato e che ha annunciato su Facebook l’approvazione di queste 3 delibere: “…La prima. Napoli Città Autonoma, un manifesto politico concreto sull’autonomia della Città. La seconda. Cancellazione del debito ingiusto. Il debito contratto dallo Stato, in particolare nelle gestioni commissariali post-terremoto ed emergenza rifiuti, noi non lo riconosciamo. Lo cancelliamo dal nostro bilancio. Quei debiti non sono stati contratti dalla Città e dai napoletani, anzi noi siamo vittime ed andremmo semmai risarciti, altro che pagare il debito agli usurpatori! Se oggi non avessimo quel debito frutto delle più invereconde collusioni tra politica, affari e criminalità organizzata, potremmo avere più autobus, più spazzatrici, più asfalto per le buche, più qualità della vita ed altro ancora. La terza. Realizzazione di una moneta aggiuntiva all’euro per dare forza a Partenope. Tre impegni, tre fatti, a breve. Vediamo se anche questo Governo ci ostacolerà!“.
E il futuro? Semplice, per un sindaco la cui unica dimensione della città è sempre stata quella falsa e distorta, raccontata dalla sua propaganda propinataci da 8 anni a questa parte, l’unica prospettiva che esiste è quella elettorale. Dema, essendo stato incapace di dare una visione di Napoli ai suoi cittadini, senza riuscire a mettere in atto determinate politiche, non può fare altro che provare ad occupare una nuova poltrona. O a Bruxelles al parlamento europeo o a via Santa Lucia alla regione.
Ma se un progetto politico europeo, sviluppato insieme ad altri movimenti simili a quelli capitanati da De Magistris, rappresenterebbe un’iniziativa impegnativa e poco remunerativa, la sfida alla presidenza della regione contro Vincenzo De Luca sarebbe, invece, davvero interessante.
E i primi passi De Magistris li ha mossi in questi giorni. Il sindaco ha espresso il suo appoggio alla candidatura di Francesco Floro Flores come commissario di Bagnoli. Dema ha liquidato anni di aspra contestazione al governo centrale, al principio di commissariamento e al M5S con una semplice dichiarazione. Il primo cittadino ha improvvisamente sdoganato l’imprenditore “amico”, in possibile conflitto di interesse, e che ha assunto il fratello Claudio.
In questo modo Dema si è avvicinato anche ai pentastellati e di conseguenza ha lasciato presagire una possibile alleanza grillo-arancione per la doppia corsa elettorale a via santa Lucia e a palazzo San Giacomo. Ma il Movimento 5 Stelle la farebbe un’alleanza con De Magistris? Il sindaco che ha mantenuto una sola promessa: quella di scassare tutt’ è cose“.
