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Terremoto in Molise, oltre 110 scosse: “Potrebbero essersi attivate più faglie”

Dal 14 agosto in Molise si sono registrati oltre 110 scosse di terremoto, 80 dopo il sisma principale di magnitudo 5.1 avvertito chiaramente a Napoli il 16 agosto.

I dati rilevati dall’Ingv hanno sottolineato il quadro di quello che sta accadendo, il sismologo Alessandro Amato ha spiegato: “Nel frattempo si lavora per installare nella zona dell’epicentro quattro stazioni mobili, la cui installazione è prevista in serata”. “Alla luce degli elementi raccolti finora possiamo dire che il ‘parente più stretto’ di questo terremoto è stato quello avvenuto nel novembre 2002 a San Giuliano di Puglia”, ha osservato Amato. “Anche in quel caso c’è stata una sequenza in cui la scossa principale è stata seguita da una di intensità maggiore”.

I primi tre terremoti modesti che hanno innescato la sequenza si sono verificati il 14 agosto, poi altri piccoli terremoti e quello più forte il 16 agosto, poi una marea di piccole scosse e un’altra forte di magnitudo 4.4. Questo, come spiegano gli esperti potrebbe essere dovuto dall’attivazione di più faglie a cui stanno lavorando.

“La placca Adriatica si trova al di sotto di alcuni chilometri di sedimenti – ha detto il sismologo Alessandro Amato all’ANSA – ed è un blocco rigido che ha le sue linee di debolezza: ora dobbiamo capire perché si rompe in alcuni punti, in che modo e a quale velocità”. Contrariamente alle faglie dell’Appennino, che sono visibili, “quelle della placca Adriatica sono troppo profonde per essere osservate. Si tratta probabilmente di faglie minori, della lunghezza di tre-quattro chilometri, ma che si vedono solo nel momento in cui si attivano”.