Il vasto incendio in Grecia, che nell’ultima settimana ha devastato l’area attorno ad Atene, ha inevitabilmente portato alla mente dei napoletani i giorni dello scorso luglio, quando un enorme rogo colpì il Parco Nazionale del Vesuvio, fino a lambire le abitazioni dei quartieri dei comuni più vicini, fortunatamente senza fare vittime. Le immagini di questi giorni, i pompieri, i canadair, i volontari, che, avvolti dal fumo e coperti di cenere in volto, si affannano per cercare di arginare un fronte di fuoco enorme, si confondono con quelle viste e vissute da noi in prima persona un anno fa.
In quella occasione, quasi duemila ettari di vegetazione del Parco Nazionale del Vesuvio è stata spazzata via o gravemente danneggiata, su un totale di poco più di settemila. Un danno enorme per una delle aree verdi più grandi della Campania, un polmone per l’area della città metropolitana di Napoli.
Quest’anno, la Regione Campania è scesa in campo con un piano d’azione serrato, diramando, con decreto dirigenziale dello scorso 19 giugno, lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi per l’estate 2018, e avviando strette collaborazioni con i Vigili del Fuoco e le associazioni di Protezione Civile per le attività di monitoraggio e di risposta alle emergenze.
Nel decreto si legge anche che la Regione ha disposto, dal 15 giugno al 30 settembre 2018, “il divieto assoluto di bruciatura di vegetali, loro residui o altri materiali connessi all’esercizio delle attività agricole nei terreni agricoli, anche se incolti, degli orti, parchi e giardini pubblici e privati, nonché la combustione di residui vegetali forestali”; di fatto, sono stati vietati quelli che, volgarmente, vengono chiamati “fuochi di pulizia”.
Infatti, da un gesto che sembra innocuo, come quello di eliminare un cumulo di erba e rami secchi con un falò “controllato”, si sono spesso propagati grossi incendi, poiché con il vento, i tizzoni ardenti che si alzano dalle fiamme, possono ricadere lontani anche decine di metri su terreni resi secchi dal caldo estivo, sviluppando un incendio lontano dal “controllore” e non più “controllabile”.
In più, il decreto richiama l’attenzione sul divieto assoluto di gettare dai veicoli in movimento mozziconi di sigaretta accesi, cosa che dovrebbe essere già una norma di civiltà e buona educazione, ma che in estate può essere un facile innesco, se il mozzicone dovesse finire sulle sterpaglie ai bordi delle strade.
Anche il Dipartimento di Protezione Civile, tramite una campagna social mirata, sta diffondendo in questi giorni un messaggio con alcune buone norme di comportamento che tutti i cittadini facilmente possono e dovrebbero osservare in questo periodo a rischio, onde prevenire e ridurre il rischio di incendi boschivi. Fra le altre già menzionate, si invita a non abbandonare rifiuti, che fungono da combustibile ed a fare attenzione a parcheggiare l’auto sull’erba secca, in quanto la marmitta calda potrebbe innescare un incendio.
Al di sopra di tutto, si ricorda ai cittadini di chiamare immediatamente i numeri di emergenza 112, 115 e 1515 in caso avvistassero un incendio, e non pensare mai “tanto qualcuno avrà già chiamato”: si corre il rischio di ritardare l’arrivo dei soccorsi e rendere irrecuperabili situazioni che potevano essere arginate più facilmente.

