Ne faranno parte alcuni soci che hanno l'intenzione di tutelare e rilanciare l'economia del Cis colpita pesantemente durante l'ultima crisi
Combattere la lobby finanziaria che blocca lo sviluppo economico delle aziende che fanno parte del CIS di Nola. La richiesta di maggiore trasparenza sulle procedure amministrative e sui bilanci. Dopo che la crisi economica ha causato la chiusura di diverse imprese (si parla di almeno 30 aziende) un gruppo di soci ha deciso di unirsi e dar vita ad un Comitato direttivo.
L’obiettivo è quello di far pressione sull’attuale CDA (Consiglio di amministrazione) del CIS affinché cambino alcune situazioni che per troppo tempo hanno caratterizzato uno dei più grandi centri commerciali all’ingrosso d’Europa. Ad oggi c’è un piano di ristrutturazione finanziaria con le banche in merito ad un saldo di un debito pari a 123 milioni di euro la cui ultima parte sarà pagata nel 2019 (già sono stati erogati 100 milioni in 18 mesi).
Se tutto andrà a buon fine resterà da saldare un ultimo debito di 150 milioni sul quale vige un’altra ipoteca che i soci intendono ritrattare con le banche per provare ad ottenere delle condizioni finanziare più vantaggiose. E se nel 2019 tutto andrà come previsto non è affatto improbabile che gli istituti di credito siano disposti ad accettare la proposta del CIS.
Nel frattempo il CDA del CIS ha subito una sorta di commissariamento da parte delle banche coinvolte che hanno piazzato dei loro tecnici tra i soci del centro commerciale. Ma non sono solo queste le motivazioni che hanno spinto questo gruppo di soci a creare un comitato che si è posto i seguenti obiettivi: “Noi vogliamo che le aziende del CIS siano tutelate. Bisogna uscire dal conflitto amministrativo ed economico che vede il CIS praticamente subalterno all’Interporto. È necessario che i massimi dirigenti operino con maggiore trasparenza“, come dichiarato dai membri del Comitato direttivo a VocediNapoli.it.
Che hanno affermato: “I punti d’ombra sono diversi. A partire dalle fatture per i costi fissi che risultano poco chiare e per le quali tutte le aziende pagano molte migliaia di euro. C’è poi una differenza di alcuni milioni di euro rimasti bloccati dopo il nuovo accordo fatto con le banche e nei confronti dei quali il CDA ancora deve darci alcuna spiegazione. Ci sono 800mila euro non dichiarati e 4 milioni di euro di perdite. Spiegatemi come è stato possibile a queste condizioni che il bilancio del CIS sia stato approvato. Poi c’è da risolvere un conflitto di interesse di alcuni dirigenti che ricoprono incarichi dirigenziali anche all’Interporto. Per tutti questi motivi il nostro obiettivo è quello di far decadere l’attuale CDA per dare una ventata di freschezza all’amministrazione del CIS e farne ripartire l’immagine, gli investimenti, l’economia e la produttività“.
La meta non è del tutto irraggiungibile visto che i soci che fanno parte di questo comitato rappresentano il 37% di tutta l’assemblea. Proprio ieri, presso l’Holiday Inn del Vulcano Buono) si è svolta la prima uscita pubblica con conferenza stampa annessa del comitato. È stata l’occasione per spiegare l’intera situazione ai media e l’opinione pubblica.
