Non ha retto la tensione del momento ed è stato stroncato da un arresto cardiaco dopo aver appreso dell’arresto del figlio, coinvolto nel terremoto giudiziario che ha riguardato San Mauro Cilento, il piccolo comune di poco più di 800 abitanti in provincia di Salerno.
Pietro Volpe, 92 anni, non ce l’ha fatta: è stato colto da un malore alle otto del mattino di mercoledì scorso, poche ore dopo il blitz dei carabinieri – al termine delle indagini coordinate dalla procura di Vallo della Lucania – che ha portato in carcere il figlio Franco, funzionario dell’Ufficio Ragioneria del comune cilentano, e altre otto persone tra cui il sindaco Carlo Pisacane, due assessori comunali, due consiglieri, il segretario comunale, i responsabili dell’ufficio tecnico e dell’ufficio di Ragioneria e l’amministratore di una ditta di smaltimento rifiuti.
Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di concussione, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico in atto pubblico. Sotto la lente della Procura ci sono gli affidamenti che l’Amministrazione comunale avrebbe definito con alcune ditte locali.
Notte insonne anche per la figlia di 10 anni del vicesindaco Fernando Marrocco, che ha avuto una crisi respiratoria ed è stata ricoverata all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.

