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Morto a 17 anni in attesa di un trapianto di polmoni, l’ultimo messaggio: “Mi stanno uccidendo”

Era ricoverato all'ospedale Umberto I di Roma per alcuni accertamenti

E’ stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Roma per la morte di Giuseppe Esposito, napoletano di 17 anni affetto da fibrosi cistica, deceduto all’ospedale Umberto I mentre attendeva un trapianto di polmoni. Il provvedimento è partito a seguito della denuncia da parte della famiglia del ragazzo, secondo cui sarebbe morto a causa di un mal funzionamento del macchinario a cui era attaccato.

Giuseppe era ricoverato dallo scorso 5 maggio per sottoporsi a una serie di accertamenti, era in attesa di un trapianto di polmoni per tornare a poter condurre una vita normale. A raccontare cosa è accaduto a Giuseppe è la sorella Michela Esposito, che ha reso pubblica sulla sua pagina Facebook la denuncia fatta a seguito del decesso del fratello. Si legge:
Mio fratello era lucido e vigile e dopo aver effettuato la trachetomia ed esami clinici invasivi a partire dalla giornata di domenica- 13 maggio- subiva un peggioramento dello stato di salute. Nella giornata di martedì sera- 15 maggio- mio fratello Giuseppe si lamentava di negligenza da parte del personale sanitario nel fornire assistenza e cure alla propria persona. Il 16 maggio, nella serata, alle ore 23.00 circa, la madre lasciava il noscomio poiché il figlio era stabile. Alle 02.00 gli arrivava un sms whatsapp da parte di Giuseppe che scriveva: ‘Denuncia l’ospedale mi stanno uccidendo hanno detto che hanno ecmoinvulza. Tu accedenti e leggi l’infermiera di quella di stasera‘”.
La donna racconta che quando è arrivata in ospedale in quella tarda serata si è resa conto che stavano somministrando alcune cure al fratello, il personale in seguito ha rassicurato lei e la sua famiglia che le condizioni di Giuseppe erano stabili e che il problema dipendeva dalla macchina a cui era attaccato, che già sottolinea, secondo quanto lo stesso personale le avrebbe detto, aveva avuto problemi due giorni prima. Alle 07.00 le hanno detto che la situazione era precipitata e alle 07.20 hanno dichiarato il decesso di Giuseppe.
La famiglia ha proceduto immediatamente a denunciare l’accaduto per fare chiarezza sulla morte del ragazzo.

Michela Esposito non si dà pace, con la sua famiglia è certa che il fratello sia morto per negligenza medica e per questo motivo ha iniziato una vera e propria battaglia mediatica, fatta di interviste e post sulla sua pagina Facebook, in cui chiede che sia fatta giustizia:
Lo hanno fatto morire dissanguato, non è morto per la fibrosi cistica. Non abbassiamo l’attenzione su questa cosa, solo così posso sapere la verità confidando nella magistratura“, e ancora: “Mio fratello ha smesso di soffrire…..
Noi continuiamo …. Ma voi colpevoli bugiardi comincerete Ora! Mio fratello sulle vostre coscienze urlerà con non mai io vi romperò i timpani a tutti fino a che giustizia non sarà fatta! Ho lottato tutta la mattina ed ho ottenuto quello che volevo il sequestro di tutto mio fratello compreso!
Grazie sanità italiana“.
Dopo la denuncia, il pm Roberto Felici ha disposto il sequestro della cartella clinica, del macchinario a cui era attaccato Giuseppe, del suo cellulare e l’autopsia sulla salma, i risultati degli esami faranno chiarezza sull’accaduto.

Morto a 17 anni mentre attendeva un trapianto di polmoni all'ospedale Umberto I di Roma: aperta un'inchiesta